Precipitazione atmosferica di acqua congelata in masse che assumono per lo più forma sferica o sferoidale e dimensioni varie. La g., mista a pioggia e talora asciutta, cade quasi esclusivamente durante i temporali da nubi del tipo cumuli-nembi, in prevalenza nelle regioni temperate, colpendo generalmente sottili strisce di terreno disposte lungo la direzione in cui si propaga il temporale. Le dimensioni dei chicchi, assai variabili, sono dell’ordine di qualche millimetro (eccezionalmente, dell’ordine di qualche cm); essi sono generalmente costituiti di strati concentrici, di densità e opacità diverse. La struttura dei chicchi e la stretta associazione della g. con i temporali, durante i quali i fenomeni dinamici sono di notevole intensità e l’energia in gioco assai elevata, hanno condotto a spiegare la formazione della g. in questi termini: le goccioline di acqua contenute in un cumulo-nembo, in cui esistono violenti moti ascensionali di aria relativamente calda e umida, possono essere trasportate nelle regioni superiori della nube, dove la temperatura è molto al di sotto del punto di congelamento e dove quindi esse congelano; se la corrente d’aria ascensionale diminuisce di intensità, questi chicchi embrionali ricadono nelle zone inferiori del cumulo-nembo ricoprendosi, a causa delle collisioni, di gocce d’acqua che in parte congelano a loro volta costituendo uno strato di ghiaccio chiaro e trasparente. Per eventuali nuove spinte ascensionali il chicco ritorna nelle zone più elevate del cumulo e nuovamente si riveste di ghiaccio per cambiamento di stato o cattura di piccoli cristalli di ghiaccio. Il processo si può ripetere più volte, con continuo accrescimento del chicco, fino a che questo, a causa del peso raggiunto, cade al suolo (v. fig.). Non sono tuttavia indispensabili molte salite e ricadute per l’accrescimento dei chicchi di g.: può anche essere sufficiente la caduta, rallentata da spinte ascensionali, attraverso regioni della nuvola a diverse concentrazioni di goccioline d’acqua, per la formazione dei vari strati concentrici di cui il chicco è formato.
Sono chiamati grandinifughi i mezzi usati contro la grandine. Già da molto tempo gli agricoltori erano a conoscenza che talora si riusciva a evitare la g. sparando con grosse armi da fuoco o anche, più semplicemente, suonando a distesa le campane dei loro borghi; a tali mezzi si sostituirono poi razzi grandinifughi, regolati in modo da deflagrare nelle nubi grandinigene e quindi assai più efficaci.