Nei Paesi Bassi, zona costiera pianeggiante, situata a un livello inferiore a quello dell’alta marea, un tempo soggetta a inondazioni e attualmente circondata da dighe che, permettendone il prosciugamento, ne hanno reso possibile la trasformazione in una fertile regione agricola (v. fig.). I primi p. furono prosciugati nel 13° sec., e l’opera proseguì nei secoli successivi con l’impiego dei mulini a vento, utilizzati per l’ultima volta nella bonifica del Lago di Beemster (a N di Amsterdam), completata nel 1612. In seguito la tecnica mise a disposizione degli Olandesi il motore a vapore (impiegato per la prima volta nel 1787), con il quale era possibile far funzionare pompe molto più potenti. Nel 1852 fu completato il prosciugamento dell’Haarlemmermeer, uno specchio d’acqua di 19.000 ha, che nel 1836, durante una tempesta, aveva minacciato addirittura di sommergere Amsterdam. L’ulteriore potenziamento dei sistemi di pompaggio, con l’introduzione dei motori elettrici e Diesel, consentì di intraprendere un’imponente azione di recupero delle terre progressivamente sommerse dal mare, a causa del pur lentissimo abbassamento del suolo, nel cuore stesso del paese. Veniva così iniziato (1920) lo sbarramento dello Zuider Zee, che tra grandi difficoltà fu portato a termine nel 1935, quando il colmamento dell’ultima breccia determinò la nascita del bacino chiuso denominato IJsselmeer (➔ IJssel).