POLONIA (XXVII, p. 724; App. I, p. 945; II, 11, p. 571)
Divisione. - Nel 1950 la suddivisione amministrativa della Polonia è stata modificata: sono stati creati i nuovi voivodati di Koszalin, Opole e Źielona Góra. Inoltre è stata cambiata la denominazione di alcuni voivodati; quello della Slesia ha preso il nome del suo capoluogo Katowice (che, già Stalinograd, ha ripreso l'antico nome) e quello di Pomorze ha ora il nome di Bydgoszcz. Nel 1951 ha avuto luogo uno scambio territoriale con l'URSS: la Polonia ha ceduto un territorio di 480 km2 del voivodato di Lublino compreso fra i fiumi Bug, Solokija e Huczwa, e ne ha ottenuto in cambio uno di uguale estensione, aggiunto al voivodato di Rzeszów. Attualmente la repubblica è divisa amministrativamente (v. tabella) in 17 voivodati e in cinque città con statuto di voivodato.
Popolazione. - Il censimento della popolazione eseguito nel 1950 diede un risultato di 24.976.926 ab.; secondo i dati provvisorî del 6 dic. 1960 si hanno 29.731.000 ab. (95 per km2).
Condizioni economiche. - In base alla costituzione emanata il 22 luglio 1952, la repubblica popolare di P. organizza l'economia pianificata appoggiandosi alle imprese che costituiscono le proprietà sociali. Il piano triennale per lo sviluppo economico del 1947-49 è stato seguito da un piano sessennale (1950-55) e da uno quinquennale (1956-60), che prevedeva, fra l'altro, per il 1958, investimenti per 64 milioni di zloty. Nel novembre del 1958 sono state gettate le basi per un piano settennale (1959-65) il quale mira soprattutto al potenziamento dell'agricoltura mediante la concessione di contributi statali a favore dei circoli agricoli.
E difatti l'economia della P., per quanto sia in atto l'industrializzazione di numerose regioni un tempo esclusivamente agricole, rimane sempre legata in massima parte all'agricoltura. Questa, anzi, si svolge attualmente in condizioni più favorevoli; una migliore utilizzazione delle acque permette la coltivazione di zone un tempo paludose oppure sfruttate soltanto a prato-pascolo. È stato costruito, ad esempio, il canale Wieprz-Krzna, lungo 109 km, che permette l'utilizzazione di vaste aree della Polonia meridionale. Sono stati regolarizzati i corsi dell'Oder e della Vistola, che saranno uniti da un canale già in costruzione; sarà così possibile oltre che l'utilizzazione per forza motrice, l'irrigazione di vaste zone e si potranno anche evitare le inondazioni.
Fra i cereali, più larga diffusione ha la segale, coltivata nel 1950 su 5.136.000 ha e nel 1958 su 5.213.000 ha, con una produzione, rispettivamente, di 65.028.000 q e 73.000.000 q. Segue l'avena, coltivata nel 1958 su 1.674.000 ha (produzione 27.000.000 di q). Il grano occupa attualmente 1.474.000 ha e la produzione media annua si aggira sui 20 milioni di q. L'orzo, che nel 1950 veniva coltivato su 845.100 ha (produzione 10.766.000 q), è andato gradatamente restringendosi su 777.000 ha (produzione 12.000.000 di q, nel 1958). La patata viene coltivata su 2.758.000 ha e la produzione del 1958 è stata di 348 milioni di quintali. Tra le piante industriali, la barbabietola da zucchero, coltivata fino al 1954 su 286.000 ha, si coltiva oggi su 358.000 ha ed ha dato all'industria dello zuccherificio, che conta attualmente 70 fabbriche, una produzione di 11.370.000 q (nel 1957). Il lino si coltiva su 126.000 ha e nel 1958 ha dato una produzione di 410.000 q di semi e 402.000 q di fibra.
Un notevole incremento ha avuto il patrimonio zootecnico; i bovini, che nel 1950 erano in ragione di 7.164.000 capi, sono saliti nel 1958 ad 8.209.700 (di cui oltre 5 milioni di vacche da latte), gli ovini e caprini sono passati da 2.194.000 a 3.439.000, i suini da 9.928.000 a 10.536.000; un decremento si registra invece per i cavalli, che da 2.797.000 sono discesi a 2.518.000. Una notevole flessione si nota per quanto riguarda la bachicoltura: dai 160.000 kg di bozzoli prodotti nel 1955, si discende a 96.061 nell'anno seguente ed ancora a 69.000 kg nel 1957. La pesca, cui sono adibiti 1550 battelli (di cui una quarantina a vapore) ha dato, nel 1958, un prodotto di 135.700 t; il porto peschereccio più importante, di recente attrezzatura, è Świnoujście, alla foce dell'Oder, che oltre a possedere un vasto bacino per i pescherecci, ha un quartiere residenziale per i pescatori e per i dipendenti dell'industria della pesca; questa è in rapido e continuo sviluppo e permette anche un attivo commercio con l'estero. Dal 1951 sono in funzione speciali navi appoggio che provvedono alla raccolta del pesce e al suo trasporto alle basi e che sono provviste di impianti per una prima lavorazione del prodotto. Lo sfruttamento forestale ha dato nel 1958 una produzione di 16.475.900 m3 di legname; inoltre l'industria ad esso collegata ha prodotto 157.000 t di pasta meccanica, 221.000 t di pasta chimica e 402.000 t di carta.
Per quanto riguarda le risorse del sottosuolo, è in continuo aumento la produzione di carbone, salita da 84.237.000 t nel 1952 a circa 99 milioni di t nel 1959; in quest'ultimo anno i giacimenti di lignite hanno dato un rendimento di 9.264.000 t. La produzione del petrolio nel 1951 è stata di 198.000 t, salite a 250.000 t nel 1953; negli anni seguenti, però, si è verificata una flessione e si sono prodotte 186.000 t nel 1956 e 170.000 t nel 1959. In aumento, invece, è la produzione di gas naturale, prodotto in ragione di 358,2 milioni di m3 nel 1954, 434 milioni di m3 nel 1956 ed infine 424 milioni di m3 nel 1959. Tra i prodotti minerarî si ricorda ancora la produzione del salgemma in ragione di 392.000 t nel 1958 (la produzione complessiva di sale, però, è stata di 621.000 t). Il ferro estratto nel 1959 ammontò a 2.016.000 t.
Sempre nel 1959 l'energia installata ammontava a 5.008.600 kW, di cui 246.000 idrici, con una produzione di 26.309 milioni di kWh. Si sta provvedendo all'allestimento di un impianto nucleare di cui si prevede il funzionamento entro il 1965 e che produrrà 200.000 kW; a questo ne seguiranno altri ed inoltre sarà potenziata la produzione degli impianti già esistenti, per cui si prevede, sempre per il 1965, di poter disporre del doppio dell'energia attuale.
A Skierek, presso Varsavia, si sta provvedendo all'allestimento di un reattore nucleare.
L'attività industriale polacca è tuttora basata specialmente sull'industria siderurgica e sulla tessile. Per la prima sono sorti nuovi impianti e sono stati rimodernati ed ingranditi i precedenti nei bacini carboniferi e ferriferi (per es. gli impianti di Nowa Huta e di Częstochowa). Nel 1959 sono stati prodotti 4.368.000 t di ghisa e di ferroleghe e 6.156.000 t di acciaio. Nuove fonderie per lo zinco sono sorte a Chrzanów ed a Olkusz; la produzione del 1959 è stata di 165.000 t. L'industria tessile, anch'essa rimodernata e potenziata conta attualmente 390.000 addetti; secondo una stima eseguita nel 1952, si contavano 1.180.000 fusi. L'industria automobilistica, nel 1958, ha messo in circolazione 22.409 automezzi, di cui 11.507 vetture, mentre nel 1957 sono stati fabbricati 8.510 trattori.
Presso Oświęcim sta sorgendo il più importante centro per l'industria chimica, che produrrà soprattutto fertilizzanti sintetici. Dal 1954 è in piena attività il complesso chimico di Kędzierzyn (per i concimi azotati). A Tarnobrzeg entrerà quanto prima in funzione un complesso per la lavorazione dello zolfo e derivati. Il cementificio ha prodotto, nel 1959, 5.304.000 t. Il birrificio, nel 1958, ha dato 6.106.000 hl. A Nowy Targ, nel voivodato di Cracovia, è in allestimento un grande centro per la lavorazione del cuoio.
Comunicazioni. - La marina mercantile nel 1959 ammontava a 223 navi (computando solo quelle di oltre 100 t di stazza), per complessive 533.895 t. Nel 1956 nei porti di Danzica, Stettino e Gdynia si è verificato un movimento di 7960 navi (6.797.674 t di stazza netta), di cui ben 1260 navi, per 1.282.044 t, battevano bandiera polacca. La navigazione sulle acque interne ha registrato un movimento di merci per 2.458.060 t.
La rete ferroviaria è di 27.098 km, di cui 670 elettrificati. La rete stradale è di 101.890 km, di cui 24.036 macadamizzati; il traffico del 1959 è stato di 188.000 autoveicoli (75.000 autovetture). L'aviazione civile ha registrato 6.720.000 km volati, con 99.071.000 passeggeri/km.
Commercio estero. - Il commercio con l'estero si svolge quasi completamente con l'URSS e la Germania orientale. Nel triennio 1956-1958, il valore delle importazioni, in milioni di dollari, è stato, in media, di 1022 milioni l'anno; e quello delle esportazioni di 975 milioni.
Finanze. - Il bilancio dello stato presenta normalmente un avanzo che va da 1 a 4 miliardi di złoty. Le entrate del 1960 provengono per 138 miliardi dall'economia nazionale, per 25 miliardi da imposte, per 22 miliardi da assicurazioni sociali; le spese riguardano per 100 miliardi l'economia nazionale, per 43 miliardi i servizî sociali, l'educazione e la cultura, per 15 miliardi la difesa.
Moneta nazionale è lo złoty, suddiviso in 100 groszy. La legge 28 ottobre 1950 modificn̄ il sistema monetario; i vecchi złoty furono cambiati nei nuovi, sulla base di 100 a 1. Tuttavia i salarî e i risparmî depositati nelle casse di risparmio fino al massimo di 100.000 złoty furono cambiati sulla base di 100 a 3. Il 30 ottobre 1950 lo złoty fu agganciato al rublo sovietico, e la sua paritމ dichiarata in 0,222168 grammi di oro fino. Il cambio ufficiale della moneta fu stabilito in 3,99-4,10 złoty per i dollaro SUA; l'11 febbraio 1957 lo złoty ę stato svalutato negli scambî con i paesi non appartenenti al blocco sovietico, per cui, da tale data, il cambio è stabilito in 23,94-24,06 złoty per 1 dollaro SUA.
Il sistema creditizio ę sempre organizzato in base alla legge bancaria del 25 ottobre 1948; esso comprende la Banca nazionale di Polonia (banca centrale), la Banca centrale per gli investimenti (che esercita il controllo sul finanziamento degli investimenti), la Banca agricola, la Banca generale di risparmio e altre. Fra queste ricordiamo la Banca per l'economia nazionale, la Banca commerciale di Varsavia e la banca Polska Kasa Opieki. Alla data del 1° dicembre 1958, i depositi presso gli istituti di risparmio ammontavano a 7,2 miliardi di złoty.
Bibl.: I.N.S.E.E., Mémento économique: la Pologne, Parigi 1954; J. Lebasse, Les mutations géographiques en Pologne, in Ann. de Géogr., 1955, pp. 438-456; J. Barbag, Oekonomische und politische geographie der Volksrepublik. Polen, Berlino 1956; K. Dziewonski, detailed survey of land utilisation in Poland, in Przgel. Geogr., 1956, pp. 26-31; S. Skrzypek, Agricultura policies in Poland, in J. Centr. Europ. Aff., 1956, pp. 45-70; M. Schwind, Polen, in Die staaten und Länder der Erde, Berlino 1959, pp. 602-609; J. Kostrowicki, Orientations et voies de l'industrialisation de la Pologne, in Inform. Géogr., 1959, pp. 185-190; N. J. G. Pounds, the industrial geography of modern Poland, in Economic geography, XXXVI (1960), pp. 231-53.
Storia.
L'assestamento in senso comunista, attuato nella seconda metà del 1948 e particolarmente attraverso il congresso di Varsavia del 15-21 dicembre 1948 che condusse i socialisti - o quanto meno un terzo di essi - nel partito operaio polacco, non mancò di avere le sue ripercussioni anche in connessione con l'affacciarsi, in Iugoslavia, della tendenza a sottrarsi alla direttiva sovietica. Di fronte alla possibilità che un orientamento simile prendesse piede anche in P., si cominciarono a individuare, nel regime, le deviazioni, nazionaliste o di "destra". Il risultato fu che uomini come H. Minc, B. Bierut, J. Berman e altri (che pure in origine erano dei moderati e avevano auspicato una "via polacca verso il socialismo") si schierarono contro il segretario del partito Wl. Gomulka che in seno al Comitato centrale del partito (31 agosto-3 settembre 1948) fu accusato di "deviazionismo nazionalista", di tendenze "borghesi" ecc., di aver assunto un atteggiamento sotto certi aspetti favorevole a Tito e dunque ostile all'URSS. In realtà Gomulka si era sempre sforzato di creare una larga base di massa al regime comunista e per questo non aveva esitato a innestare la vecchia tradizione socialdemocratica sul nuovo o rinnovato tronco comunista. Tutto questo implicava moderazione, gradualità, anche in sede di obbiettivi economici di struttura, come la collettivizzazione dell'agricoltura. Di qui la facile accusa di ripudio del comunismo per cui Gomulka fu esonerato dalla carica di segretario generale ed espulso dal Politburo, finché - nel clima dell'ultimo irrigidimento in senso stalinista - il 31 ottobre 1951 fu addirittura arrestato (ma non fu mai processato).
L'allontanamento di Gomulka e la fusione del partito socialista nel partito comunista segnarono un deciso passo innanzi nel processo di allineamento della politica e dell'economia del paese sulle esperienze e gli orientamenti dell'URSS, che ebbe modo di consolidare così le sue posizioni di controllo. Un'epurazione di un certo rilievo, anche se fatta in modo prudente e tale da non suscitare reazioni, escluse uomini come Gomulka, Lechowicz ed altri dal partito operaio polacco. Questo, salvo che nel nome, divenne in tutto uguale come organizzazione e come sviluppi al partito comunista sovietico, mentre la stessa struttura dello stato, espressa dalla costituzione del 22 luglio 1952, segue molto da vicino quella definita dalla costituzione sovietica del 1936. Questo coordinamento, anzi strettissima collaborazione con l'URSS fu sottolineata soprattutto dalla nomina, avvenuta nel novembre del 1949, del maresciallo sovietico (di origine polacca) C. Rokossovskij - uno dei maggiori capi militari sovietici emersi con la seconda guerra mondiale - a ministro della Difesa e vicepresidente del Consiglio della repubblica polacca. In un paese di altissime tradizioni militari, il maresciallo sovietico seppe attuare riforme vaste e capillari nell'organizzazione, armamento, formazione dei quadri, meccanizzazione, addestramento, ecc. delle forze armate polacche, nonché nell'industria degli armamenti ed equipaggiamenti bellici. Naturalmente la presenza del maresciallo sovietico ebbe come corollario quella di molti generali e ufficiali superiori sovietici e specialisti, tutti di elevate capacità professionali. Tutto questo ha avuto come risultato che in un breve giro di anni le forze armate polacche - sempre controllate da vicino dal partito - sono diventate le più efficienti fra quelle di tutte le "democrazie popolari".
In un paese compattamente, organicamente cattolico come la P., dove la chiesa è stata sempre tutt'uno con la nazione e con il suo secolare tormento, i rapporti fra Chiesa cattolica e regime comunista non potevano non presentare una fisionomia di delicatezza estrema. Dopo la denuncia del Concordato del 1925 (12 settembre 1945), motivata dalla nomina di vescovi tedeschi in due diocesi occidentali polacche, si giunse ad un accordo di carattere interno, fra il governo e la Chiesa polacca, senza i1.: tervento della Santa Sede. Successivamente però si diede inizio ad atti e provvedimenti diretti a limitare i diritti e le prerogative sino allora godute dalla Chiesa in P.: dal 1° gennaio 1946 ebbe vigore il matrimonio civile, si cominciarono a introdurre restrizioni in fatto di istruzione religiosa, nel 1950 fu "nazionalizzata" la grande organizzazione cattolica di beneficenza "Caritas" (che riceveva aiuti soprattutto dall'estero e particolarmente dagli S. U. A.); tutti gli ordini religiosi dal 5 agosto 1949 furono soggetti a "registrazione", mentre il 20 marzo 1950 furono nazionalizzate tutte le terre possedute dalle Chiese ed enti religiosi, salvo un limitato numero di ettari per parrocchia e gli immobili in uso alle comunità, agli organi diocesani e parrocchie, ecc. Questa pressione cospicua, diretta a limitare la presenza della chiesa e del clero nel campo sociale, indusse il primate S. Wyszyński ad avviare trattative per un compromesso, raggiunto il 14 aprile 1950; il clero e i cattolici dovevano collaborare nel rafforzare l'autorità dello stato, nel programma di collettivizzazione, di ricostruzione, schierarsi decisamente contro ogni tentativo revisionista della Germania quanto ai territorî occidentali, ecc.; da parte sua lo stato s'impegnava a non introdurre ulteriori restrizioni nell'educazione religiosa, a garantire i diritti delle associazioni cattoliche, la libertà degli ordini religiosi, ad assicurare, in sede di nazionalizzazione dei beni immobili, le necessità degli enti ecclesiastici. Questo modus vivendi non durò molto: a parte il consueto atteggiamento della propaganda ufficiale, si cercò di indebolire le posizioni della gerarchia ecclesiastica esigendo, dal 9 febbraio 1953, l'approvazione da parte degli organi dello stato di tutte le nomine ecclesiastiche. Di fronte all'opposizione dei vescovi, cominciarono gli arresti e i processi a carico di vescovi, che culminarono il 26 settembre 1953 con l'arresto del cardinale primate Stefano Wyszyński (confinato in convento) e con il giuramento di fedeltà allo stato polacco da parte della gerarchia ecclesiastica.
Ma già alcuni mesi dopo la morte di Stalin, anche per il regime politico polacco si apriva una seria crisi di orientamento ideologico e di relative conseguenze pratiche. L'allontanarsi, già durante il periodo di transizione di Malenkov, della durezza dell'epoca staliniana si fece sentire immediatamente in P., dove nel dicembre 1954 il Politburo - stretto fra la necessità di tener ferma la linea "staliniana" (per non fare riemergere le tendenze di "destra" di Gomulka) e l'esigenza di un "nuovo corso" che non poteva essere soltanto economico - fu aspramente criticato in seno al partito e accusato di essersi "isolato" dalla base. Ulteriori critiche, sempre più aspre e che seguivano da presso la stessa crisi del potere politico in atto nell'URSS, si ebbero negli anni successivi e giunsero inevitabilmente a coinvolgere problemi di fondo, quali quello delle relazioni polacco-sovietiche e soprattutto del significato da dare all'esperienza stalinista. Gli scioperi scoppiati nelle fabbriche di Poznań il 28 giugno 1956 (determinati da puri e semplici motivi economici) aprirono la strada a più vasti fermenti. All'agitazione degli operai si aggiunse quella dei giovani intellettuali, raggruppati intorno alla vivace rivista Po Prostu (giunta in breve alla tiratura di oltre 150.000 copie). In essa, ad esempio, il 28 ottobre 1956 si poteva leggere che lo stalinismo costituiva "un sistema economico sociale... in cui esiste un rapporto di dipendenza economica delle masse popolari dal gruppo degli amministratori. L'espressione politica di questo rapporto è la dittatura del gruppo dominante sul proletariato... Non v'è dittatura del proletariato finché il lavoratore è un dipendente dell'azienda statale, e non il padrone di questa". Di qui le richieste, condivise dai lavoratori, di vedere introdotto il controllo operaio, il passaggio dalla proprietà di stato ad una proprietà sociale, partecipazione agli utili, rafforzamento dei rapporti di mercato, ecc.
Di fronte a questi fermenti ed ampie critiche che riguardavano, a fondo, tutta la vita politica, economica, morale della nazione, il cosiddetto gruppo Natolin ("dogmatista" e staliniano, che traeva il suo nome da un palazzo presso Varsavia dove teneva le sue riunioni) dovette lasciare il potere alla corrente più moderata: il 9 ottobre H. Minc, lo stalinista pianificatore dell'economia polacca (del resto con meriti riconosciuti, per la ricostruzione di un paese distrutto dalla guerra), diede le dimissioni; in tre giorni, dal 19 al 21 ottobre, con l'ascesa alla segreteria del partito di Wl. Gomulka l'atmosfera generale cambiò, il card. Wyszyński fu liberato e ovunque, specie nei grandi complessi industriali, si formarono dei "consigli operai", che quale autentico movimento democratico "dal basso" riscossero grande entusiasmo.
Di fronte a questa situazione, il 19 ottobre una nutrita delegazione sovietica con N. Chruščëv, L. Kaganović, A. Mikojan e V. Molotov s'incontrava a Varsavia con Gomulka, che, consapevole di aver dietro di sé il paese, nei due giorni di discussioni riuscì a convincere Chruščëv che il nuovo corso avviato in P. avrebbe rafforzato la "costruzione" del socialismo (naturalmente secondo una "via polacca", consentita dall'URSS) e che da esso e dal mutamento di uomini si sarebbe giunti ad un miglioramento dei rapporti polacco-sovietici.
Subito dopo fu ricostituito il governo sotto la presidenza di F. Cyrankiewicz, il 13 novembre 1956 il russo maresciallo Rokossovskij fu sostituito da Marian Spichalski quale ministro della Difesa e comandante delle forze armate e cambiamenti si ebbero nei posti chiave, nei sindacati, ecc. Migliorarono subito, stabilmente, le relazioni fra Stato e Chiesa e in questa atmosfera più distesa le elezioni generali del 20 gennaio 1957 condussero al Sejm 237 comunisti (51,7% dei seggi), 119 del partito dei contadini (26%), 39 del partito democratico (8,5%), oltre a pochi altri indipendenti ed esponenti cattolici. Non si ebbero invece gli sviluppi sperati dai giovani intellettuali e dagli operai perché, conclusasi la lotta per il potere contro il gruppo Natolin, Gomulka, man mano che la sua posizione si andava consolidando, finì per fare a meno del loro appoggio: la rivista Po Prostu fu soppressa nell'ottobre del 1957 e i consigli operai furono virtualmente esautorati nell'aprile del 1958.
Dopo questi svolgimenti, che non intaccarono i rapporti di stretta collaborazione di fondo con l'URSS e con le "democrazie popolari" (sottolineata dal legame militare costituito dal patto di Varsavia del maggio 1955 e dagli accordi di natura economica), la P. continua a rimanere un elemento con una sua individualità e dinamica politica, economica e culturale, sia nel quadro del sistema "comunista", sia sulla vasta arena mondiale. Il principio della "coesistenza pacifica" sottolineato sin dal 1955; la proposta, col cosiddetto "piano Rapacki" dell'ottobre-dicembre 1956, poi più volte rilanciato, di una zona "smilitarizzata" soprattutto in senso atomico, nell'Europa centrale; l'impegno nell'avviare con i paesi dell'Occidente più ampî rapporti economici e culturali; la minore virulenza della polemica interna, ideologica, anche in conseguenza del miglioramento sensibile della situazione economica e dell'assestamento dei rapporti con l'URSS su una linea di reciproca fiducia e di ampia autonomia del comunismo polacco; la politica di favorire il ritorno degli esuli con cui si ricerca il contatto; il rigoglio, infine, della vita culturale, tutto porta a definire la "via polacca" come vitale, in rapporto ai termini obbligati della posizione del paese nei riguardi dell'URSS, al non sopito revisionismo tedesco, alla ricorrente tensione fra i due blocchi.
In realtà la politica di Gomulka vuol essere la ricerca di un compromesso fra le esigenze della realtà polacca e le imposizioni dell'ideologia, non senza tener conto dei dati internazionali e dell'inserimento in un blocco comunista. Naturalmente, pur con gli adattamenti e i compromessi, la direzione di tutta la vita del paese rimane sempre più rigidamente nelle mani del partito: questo è fermo, con Gomulka, in una linea che accetta la stretta alleanza con l'URSS ma non la subordinazione ad essa nelle questioni interne, è aliena da ambizioni ideologiche "esterne" (tipo il comunismo cinese), e tiene conto del quadro agrario, individualista, del paese, che si vuole correggere con una industria di stato in piena espansione.
Bibl.: Wł. Gomulka, W walce o Demokracje Ludowe ("Nella lotta per la democrazia popolare"), Varsavia 1947; id., Przemówienja ("Discorsi"), ivi 1957; St. Mikołajczyk, The rape of Poland, New York 1948; h. seton Watson, The eastern european revolution, ivi 1951; Y. Gluckstein, stalin satellites in europe, Londra 1952; fr. Jóżwiak-Witołd, Polska Partia Robotnicza w walce o wyzwolenie narodowe i społeczne ("La lotta del partito operaio polacco per la liberazione nazionale e sociale"), Varsavia 1952; Cz. Milosz, la pensée captive, Parigi 1953; R. Fidelski, O Radach Robotnizczych ("Sui consigli operai"), Varsavia 1956; P. Zinner (a cura di), Nat. communism and popular revolt in Eastern europe, New York 1956; Dyskusja o Polskim Modelu Gospodarczym ("Discussioni sul modello economico polacco"), Varsavia 1957; O. Halecki e altri, Poland, New York 1957; Osteuropa Handbuch, Polen, Colonia 1959; Le régime, et les institutions de la République populaire de Pologne, Bruxelles 1959; D. Tosi e V. Vitello, Vecchia e nuova pianificazione in Polonia, Milano 1959.