Comune della prov. di Napoli (43,2 km2 con 83.146 ab. nel 2008). La citadina è situata a O di Napoli su un promontorio tufaceo, che si innalza quasi al centro del golfo omonimo. P. è assai nota e visitata per la bellezza del paesaggio, per i monumenti romani, per le numerose sorgenti termali, ma specialmente per gli interessanti fenomeni bradisismici e vulcanici, questi ultimi presenti nella Solfatara, cavità craterica situata a breve distanza dal centro. Intense le attività industriali nei settori metalmeccanico, elettromeccanico, tessile, alimentare, della gomma. Porto commerciale.
P. (lat. Puteoli) fu fondata nel 529-28 a.C. da esuli di Samo col nome di Dicearchia. Dopo aver contribuito con Cuma alla difesa dell’ellenismo nella Campania, cadde sotto i Sanniti (fine 5° sec. a.C.) e poi, dal 338, sotto Roma, da cui ebbe la civitas sine suffragio; del 194 è la trasformazione in colonia civium Romanorum. Da allora il porto di P. fu largamente favorito dai Romani con provvedimenti doganali di ogni genere che ne fecero il centro dell’irradiazione commerciale e politica romana nell’Oriente. P. diventò allora città cosmopolita e animatissima in cui confluivano da ogni dove genti, culti, idee, mercanzie. La fortuna declinò con l’affermarsi del porto di Ostia tra il 1° e il 2° sec. d.C. In seguito le invasioni barbariche e i movimenti bradisismici indussero parte della popolazione a rifugiarsi a Napoli e parte a ridursi nuovamente intorno all’altura del Castello, dove il centro aveva avuto origine.
I monumenti dell’antica città sono sepolti o semisepolti sotto il livello del mare a causa dei bradisismi o inglobati nelle abitazioni moderne; il tempio cosiddetto di Roma e di Augusto, eretto sull’Acropoli dal patrizio puteolano L. Calpurnio con l’opera dell’architetto L. Cocceio, è stato trasformato nella cattedrale di S. Procolo; inoltre sono state messe in luce strutture di templi più antichi. Della città bassa e del porto restano tracce della gettata romana a pilastri e archi costruita da Augusto; sommersi sono i portici dedicati a varie divinità che fiancheggiavano la riva; resta semisommerso il macellum di età flavia, edificio porticato circondato da tabernae, sala absidata e latrine e con thòlos centrale. Sulle pendici della collina era il quartiere signorile con sontuose abitazioni e ville: rimangono due anfiteatri, le terme e la necropoli.