Espressione coniata in Germania negli anni 1970 e divenuta di uso corrente alla fine degli anni 1990, in seguito all’esigenza percepita a livello internazionale di definire un livello di compatibilità tra lo sviluppo tecnico-scientifico, necessario al progresso dell’umanità, e il controllo dei rischi e delle minacce associate a tale sviluppo. Si riferisce a un criterio di condotta ispirata alle esigenze di tutela dell’ambiente e della salute umana, animale e vegetale, tenendo conto delle necessità vitali non solo delle generazioni presenti, ma anche di quelle future. In tal senso, esprime l’esigenza etica di riflettere sulla liceità o illiceità di interventi di manipolazione dell’ambiente e della vita resi possibili dal progresso scientifico-tecnologico. Più di recente, il principio di p. ha assunto connotazioni anche giuridiche, legittimando politiche e decisioni normative in materia di sicurezza ambientale, sanitaria e alimentare a livello internazionale, nazionale e locale e trovando progressivo riconoscimento in atti relativi ai più importanti settori del diritto internazionale e comunitario.