(o psicostasi) In varie religioni antiche la «pesatura delle anime» (gr. ψυχοστασία), forma del giudizio divino, in cui l’anima del morto viene pesata sopra una bilancia, per il controllo dei suoi meriti. Dall’antico Egitto ne abbiamo documenti scritti (Libro dei Morti) e figurativi: la p. avveniva in presenza di Osiride, per opera del dio Thot; in un piatto della bilancia si poneva l’anima, nell’altro una immagine di Maat, la Giustizia. Sempre in funzione escatologica, la p. è presente, anche nello zoroastrismo, per il quale si svolge in presenza di Mitra, e nell’islamismo. Nell’ebraismo antico-testamentario se ne trovano espressioni allusive che si riferiscono però a personaggi viventi. Solo dalla letteratura apocalittica in poi la p. appare con valore escatologico; in questa forma passa anche nell’immaginazione cristiana, in cui l’arcangelo Michele si incarica dell’operazione, mentre Satana spesso cerca di togliere peso al piatto dei meriti.
Nella mitologia greca il termine p. si riferisce invece all’idea della pesatura dei destini di due avversari in lotta, indipendentemente da ogni valutazione morale.