Poeta, drammaturgo, musicista e filosofo indiano (Calcutta 1861 - Śānti Niketan, Bolpur, 1941). Considerato una delle figure più rappresentative dell'India moderna, si fece portavoce di un messaggio di armonia universale che valica i confini tra razze e popoli. Tra le sue opere più note Gītāñjali (1912; trad. it. Gitanjali. Offerta di canti, 1914), e Śiśu ("Il bambino", 1913). Nel 1913 ricevette il premio Nobel per la letteratura.
Apparteneva a un'eletta famiglia in cui già si erano distinti il nonno paterno Dwārkanāth quale fervido fautore del Brāhma-Sāmaj, e più ancora il padre Devendranāth fondatore dello Śāntiniketan e noto filantropo. Rabindranāth fu (dal 1877) per un certo tempo in Inghilterra, ove attese ad approfondire la sua conoscenza della lingua inglese e a coltivare lo studio del diritto. Fondò (nel 1901) presso Śānti Niketan un istituto di educazione e cultura denominato Viśua Bāhārāti ("La voce universale").
La ricca e geniale produzione letteraria di T. comprende opere in bengali, tradotte in gran parte dall'autore stesso in lingua inglese. Dal punto di vista religioso T. è panteista secondo l'antica concezione indiana affermata nelle Upaniṣad; ed è il punto fondamentale cui T. ha informato tutta la sua attività sociale e letteraria. Il concetto di umanità supera e domina in lui ogni limite o confine che la storia e la politica hanno stabilito fra razze e popoli diversi. Ha trattato vari generi letterari, dalla lirica filosofica e religiosa a scritti di soggetto sociale e politico, dalla drammatica alla letteratura narrativa. Una vasta e meritata risonanza ha avuto, oltre alle raccolte di liriche Gītāñjali e Śiśu, che T. tradusse in inglese col titolo The crescent moon (1913; trad. it. 1915), il romanzo Gharē bahirē (1916; trad. it. La casa e il mondo, 2 voll., 1924) con il quale T. intendeva combattere la violenza. Musicò alcune delle sue liriche e compose numerosi inni, fra cui Jana Gana Mana (1912), divenuto l'inno nazionale indiano. Nel 2012, a un anno dal 150° anniversario della nascita e dal settantesimo della sua morte, la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma ha dedicato una retrospettiva The Last Harvest – Una mostra internazionale di dipinti di Rabindranath Tagore, che ne documenta l'attività di pittore.