Architetto italiano (Godo, Gemona, 1857 - San Remo 1932). La sua formazione avvenne con una precoce esperienza nei cantieri e nell'impresa di costruzioni del padre e con lo studio all'accademia di Venezia (1877-80). La prima attività progettuale, che affiancò all'insegnamento presso l'univ. di Messina (1886-92), mostra una disinvolta elaborazione degli stili storici (cimitero di Cividale, 1889). Nel 1893 si trasferì a Istanbul, dove fino al 1907 svolse un'intensa attività a servizio del governo ottomano e dell'alta società con progetti che vedono elementi della tradizione turca inseriti in schemi funzionali (Yildiz Sarayi, 1893-1900; scuola imperiale di medicina, 1895-1900). Momento importante fu la sua visita all'esposizione di Parigi del 1900, il suo incontro con Olbrich e la conoscenza delle esperienze secessioniste a Vienna. I suoi progetti e le realizzazioni successive rimangono tra le più felici espressioni del liberty, primo fra tutti il progetto per l'esposizione di Torino del 1902, eseguito con la collaborazione di A. Rigotti. Da ricordare, sempre a Torino, la sua casa in via Petrarca (1906) e, tra le opere a Istanbul, casa Botter sull'Istiklal Caddesi (1901), la residenza del ministro turco Memduh Pasa ad Arnavutköy (1903), il complesso con fontana, tomba e biblioteca per Seyh Zafir presso il parco Yildiz (1903-04), la residenza estiva dell'ambasciatore italiano a Tarabya (1905-06), oltre a numerose altre rimaste allo stadio di progetto o distrutte. Tornato in Italia, nella sua opera maggiore, il pal. comunale di Udine (1909-30), forse l'ufficialità della commissione suggerì un ritorno allo stile storico, lontano dalle novità di linguaggio che tuttavia connotano ancora opere come le case per il fratello a Tarcento (1910) e a Udine (1911), per la figlia, a Roma presso Trinità dei Monti (1917) e la chiesetta a Ribis, Udine (1923). Dal 1917 al 1929 insegnò all'istituto di belle arti di Napoli.