̕Ακαδήμεια o ̕Ακαδημία era il nome di una località poco distante da Atene, nei pressi della quale Platone verso il 387 a.C. iniziò il suo insegnamento; vi acquistò anche un terreno, da cui la scuola filosofica da lui fondata prese il nome di Accademia platonica, che mantenne anche dopo il trasferimento ad Atene. Era una scuola e nello stesso tempo un’associazione religiosa, sul modello delle comunità pitagoriche. Aveva personalità giuridica, terreni, edifici e altri beni di sua proprietà. Era diretta dallo scolarco, eletto a vita dai membri della scuola; tanto lo scolarco quanto i migliori tra i membri attendevano sia all’insegnamento sia alla ricerca scientifica.
La storia dell’A. platonica si suole distinguere in periodi. Nella prima (o antica) A. (scolarchi: Speusippo, Senocrate, Polemone, Cratete e Crantore) l’insegnamento platonico fu di stimolo a una vasta serie di ricerche filosofiche e scientifiche (matematica, astronomia, scienze storiche e naturali). Anche la discussione di problemi etico-politici vi aveva parte, finendo anzi con il prevalere, secondo la tendenza comune alla filosofia ellenistica. Tra gli immediati discepoli di Platone, dei quali alcuni entrarono nell’A. quando il maestro era ancora vivo, vanno ricordati Aristotele, Filippo di Opunte, Eraclide Pontico e Eudosso di Cnido, né vanno dimenticati i numerosi uomini di stato (da Dione siracusano a Focione, a Erasto e Corisco, ecc.), la cui educazione era appunto fatta risalire all’insegnamento dell’A.; la seconda (o media) A., che inizia con lo scolarcato di Arcesilao (3° sec. a.C.) e continua con quelli di Lacide, Telecle, Evandro Egesino, è contrassegnata da un orientamento scettico, che raggiunge il suo culmine nel secolo seguente con Carneade, considerato per ciò l’iniziatore della terza (o nuova) A.; la quarta A. inizia nel 1° sec. a.C. con Filone di Larissa, che attenua il precedente scetticismo; la quinta A. con il successore Antioco di Ascalona, iniziatore dell’eclettismo, maestro e amico di Cicerone: l’eclettismo divenne, grazie a costoro, l’indirizzo nettamente prevalente tra i platonici dei primi due secoli dell’era cristiana, quando essa decade progressivamente; si riprende al principio del 5° sec. d.C., con gli scolarchi Plutarco e Siriano, e specialmente con Proclo, quando si afferma l’indirizzo neoplatonico, durato sino alla chiusura dell’A. nel 529 (è questo il periodo che, nell’evoluzione del neoplatonismo, viene designato con il termine di Scuola d’Atene). La soppressione dell’A. fu decisa dall’imperatore Giustiniano.
L’a. in senso moderno, come associazione permanente di studiosi, retta da un proprio statuto, istituita per curare le lettere, le scienze e le arti, nacque nell’Italia del Rinascimento, quando le libere riunioni di umanisti e artisti (come quelle nella casa del cardinale Bessarione, 1440 ca.) cominciarono a trasformarsi in organizzazioni regolari. Sorsero allora l’A. Antoniana (1458), quindi pontaniana, a Napoli, la fiorentina o platonica (1459) di Giorgio Gemisto Pletone, poi di M. Ficino; la romana di Pomponio Leto (1460; soppressa, 1468; ripresa sotto Sisto IV e fino al 1527); l’aldina (1502) attorno ad Aldo Manuzio in Venezia.
Nel Cinquecento, sul carattere umanistico che, in senso lato, univa filosofi e artisti, prevalse quello letterario, a seguito dello sviluppo della produzione in volgare, delle teorie critiche e letterarie e delle discussioni intorno alla lingua: tipiche, sotto questo aspetto, la Crusca (1582) e, circa un secolo dopo, l’Arcadia (1690). Accanto a queste, si sviluppano le a. sorte per diretto o indiretto impulso della scienza di Galileo, i Lincei (1603) romani, la fiorentina A. del Cimento (1657), la Fisico-matematica (1677) di Roma.
Sulla scia di quelle italiane sorsero le a. straniere: in Francia, sul modello della Crusca, l’Académie française di Richelieu, integrata poi dall’Académie des sciences di Colbert; in Inghilterra la scientifica Royal Society (1662); a Madrid l’Academia naturae curiosorum (1557); in Germania l’A. di Halle (1652) e a Weimar la ‘società fruttuosa’ (Fruchtbringende Gesellschaft, 1617). Le a. si moltiplicano nel secolo successivo, quando sotto l’egida di principi ‘illuminati’ nascono in tutta Europa le a. erudite, storico-filologiche e più ancora le scientifiche che favoriscono la circolazione d’idee attraverso lo scambio di atti, memorie ecc. In Italia le a. mantennero per lo più carattere letterario, si diedero appellativi ironici (Accesi, Acerbi, Eterei, Illuminati, Inquieti, Intronati e così via), si trasformarono in centri di mutuo incensamento e vane esercitazioni retoriche: segno di un generale straniamento della cultura italiana, sia pure con eccezioni, dalle correnti più vive della cultura europea, con cui gradatamente, nella seconda metà del secolo, tornò a ricongiungersi. Sotto la spinta di un movimento ideologico e culturale di grande portata come l’Illuminismo si avviarono nuove ricerche in campo scientifico e civile, si fondarono l’A. dei Georgofili (Firenze, 1753), con interessi in economia e agraria, e l’A. delle scienze a Torino (1757); lo stesso intento portò a istituire le società o le a. ‘filosofiche’ di Edimburgo (1741) e Filadelfia, con B. Franklin (1743) e quelle economiche di Zurigo (1747) e Parigi (1761).
Allo studio dell’antichità, sotto l’aspetto archeologico (A. etrusca, Cortona, fin dal 1727; A. di antichità, Roma, 1740; A. ercolanese, Napoli, 1755), contribuì l’influsso di Winckelmann. La Rivoluzione soppresse le vecchie a. e i sovrani della Restaurazione, pur ristabilendone alcune, cercarono di limitarne il numero e accrescerne il prestigio.
Nel 19° sec. si accentuò la diversificazione tra i semplici istituti d’insegnamento e le a. vere e proprie, dedite alla ricerca scientifica, spesso statali o nazionali (nelle monarchie regie o reali), dotate di autonomia statutaria (in Italia e in altri paesi, soggette alla tutela e alla vigilanza dei ministeri della Pubblica istruzione). Si nota una duplice tendenza: a tenere distinte, secondo le discipline di cui si occupano, le varie a., siano federate come in Francia, o del tutto separate, come nel Regno Unito; o a costituirle in un solo corpo, diviso in classi.
Nel 20° sec. il bisogno di mantenere e rafforzare i rapporti culturali e la cooperazione scientifica ha spinto le principali a. a unirsi tra loro. Si sono formati così, per le scienze naturali e fisico-matematiche, un Consiglio internazionale delle ricerche (Conseil International des Recherches, 1919), divenuto nel 1931 Consiglio internazionale delle unioni scientifiche, e l’Unione accademica internazionale (UAI, 1920, sede a Bruxelles). L’Italia dapprima vi partecipò con l’A. dei Lincei e l’A. delle scienze di Torino, poi con l’Unione accademica nazionale (1923, ricostituita dopo la Seconda guerra mondiale); gli Stati Uniti, dove le numerose a. sono private, vi sono rappresentati dall’American council learned societies.
L’attività dell’artista, dalla formazione al rapporto con la committenza, e il suo ruolo sociale, sono risolti all’interno della bottega (➔) e della corporazione fino al 15° sec., quando la nuova consapevolezza del valore intellettuale del fare artistico, sostenuto dall’elaborazione teorica di L.B. Alberti, Leonardo, G. Vasari, determina il distacco dalla produzione tecnico-artigianale e la necessità di un più adeguato strumento formativo e associativo. In questo periodo sono già detti a. luoghi di studio e formazione come la scuola di Bertoldo di Giovanni presso la collezione di antichità nel giardino dei Medici a Firenze. Nel 1563 Vasari istituisce, sotto protezione dei Medici, l’A. del Disegno, che unisce pittura, scultura e architettura, le tre arti fondate sul disegno; nell’a. sono introdotti insegnamenti teorici e filosofici. Nel 1577 nasce a Roma l’A. di San Luca, il cui primo principe è F. Zuccari (1593) e nella quale è stabilita la pratica del disegno dal vero e di periodici concorsi tra gli allievi.
La politica culturale dell’a. è fortemente segnata, nel 17° sec., da personalità come C. Maratta e G.P. Bellori. Improntata allo studio del naturale e dell’opera dei maestri del Rinascimento è l’A. degli Incamminati, fondata dai Carracci a Bologna (1582 ca.-1620), dalla quale l’arte della scuola bolognese si diffonde in Italia. A Torino la Compagnia di S. Luca (1652) è trasformata in a. nel 1678, poi riformata nel 1833 da Carlo Alberto, da cui il nome di Albertina. Sull’esempio di quella romana si formano altre a., dall’Ambrosiana di Milano, promossa da F. Borromeo (1620), all’Académie Royale de peinture et sculpture di Parigi (1648, alla quale nel 1671 è aggregata l’accademia d’ architettura), seguita dalla fondazione dell’A. di Francia a Roma (1666), per ospitare i vincitori del Prix de Rome. Il momento di massimo prestigio delle a. è nel 18° sec. quando si diffondono in Italia e in Europa, spesso per iniziativa dei sovrani. Si ricordano le a. di Bologna (a. Clementina, 1706), Napoli (1752), Milano (Brera, 1776), Vienna (1692), Berlino (1696), Madrid (1752), Dresda (1764), Londra (1768). Con il progressivo arroccarsi dell’a. su posizioni conservatrici, contrastanti con le istanze romantiche e i movimenti artistici del sec. 19°, si determina un declino dell’istituzione e, per contro, l’affermazione di scuole gestite da artisti (come l’atelier di J.-L. David o l’Académie Julian), mentre la nuova realtà industriale stimola la creazione di politecnici per l’architettura, e istituti d’arte applicata accolgono i principi dell’Arts and Crafts e dell’Art Nouveau. Come istituti di istruzione, le a. sono segnate dagli avvenimenti storici, adeguandosi alle richieste di un’arte di regime o aprendosi ai nuovi linguaggi e infine alle esigenze proposte dai movimenti studenteschi.
Tra le a. dedicate principalmente o anche esclusivamente alla musica, vi sono quelle maggiormente orientate agli aspetti teorici, altre a quelli pratici dell’esecuzione di opere musicali in concerti e rappresentazioni teatrali, e anche dell’insegnamento (per queste ultime ha prevalso piuttosto, specie in Italia, il nome di conservatorio). Tra le più antiche e celebri è quella degli Intronati (1460) a Siena, la Camerata fiorentina, fondata a Firenze nel 1568 da G. Bardi conte di Vernio; a Bologna quella degli Accesi (16° sec. poi detta dei Ravvivati, 1619; dei Riaccesi, 1636; nuovamente degli Accesi, dal 1886) e la Filarmonica (1666); quella di Santa Cecilia (1566) a Roma e numerose altre a Venezia, Ferrara, Napoli, Verona, Vicenza.
Grande sviluppo ebbero le a. ‘filarmoniche’ nel 19° sec.: la Società filarmonica fiorentina (1830), l’A. filarmonica di Torino (1814), quella di Napoli (1834) e la romana (1821; sciolta nel 1861, ricostituita il 20 settembre 1870), l’A. musicale chigiana di Siena. Tra le a. musicali più prestigiose in Europa, l’Académie de musique (1669) di Parigi, sorta con il privilegio di rappresentare opere e drammi con musica e versi francesi, a cui fu unita la scuola di canto e recitazione (1787), nel teatro della rue Le Peletier e, dopo l’incendio di questo, nella nuova lussuosa sede, il teatro dell’Opéra (1875). Varie a. musicali furono formate da dilettanti e si dedicarono a rappresentare tragedie e commedie (famose fin dal Cinquecento quella dei Rozzi di Siena e l’Olimpica di Vicenza con il teatro di A. Palladio): varie presero il nome di a. dei Filodrammatici, tra cui quella di Milano (1796), con l’annessa scuola di recitazione. Scuole di recitazione e di musica si ebbero presso gli istituti d’istruzione musicale, da cui alcune si staccarono, come, in Roma, le due a. nazionali, di arte drammatica e di danza. A queste si sono affiancate a. cinematografiche per la formazione di attori, registi e tecnici, come l’a. cinematografica di Mosca o il Centro sperimentale di cinematografia di Roma.
Istituti d’istruzione e reclutamento per gli ufficiali di carriera nelle varie armi combattenti sorsero a partire dal 17° sec. con lo scopo di fornire una preparazione specifica ai figli di famiglie nobili destinati a divenire ufficiali. Dopo l’A. di Torino, la più antica e unica a essere stata fondata nel Seicento (1677), sorsero in tutta Europa importanti istituti: l’A. russa di Pietroburgo (1723), la scuola prussiana fondata da Federico il Grande (1756), l’A. di Modena (1756). Nel 19° sec. fu la volta delle scuole di Sandhurst (Gran Bretagna), Saint Cyr (Francia), West Point (USA).
L’istituto per l’esercito di terra è l’ A. militare; l’ordinamento vigente delle scuole militari considera un solo istituto di reclutamento che è l’A. di Modena, dalla quale escono gli ufficiali di tutte le armi. Prima dell’ordinamento in vigore vi era un’a. per le armi di Fanteria e Cavalleria istituita nel 1860 a Ivrea e trasferita nel 1863 nel palazzo ducale di Modena, e una per le armi di Artiglieria e Genio, con sede a Torino. I due istituti rimasero divisi fino alla Seconda guerra mondiale, momento in cui vi fu l’unificazione (1944). Finalità dell’A. militare è quella di formare gli ufficiali in servizio permanente effettivo addestrandoli alle funzioni inerenti al grado di ufficiale inferiore.
L’ A. di Finanza è l’istituto per il reclutamento e la formazione degli ufficiali della Guardia di Finanza, con sede in Roma.
L’ A. navale è l’istituto per la preparazione tecnica e l’educazione alla vita marinara e militare degli ufficiali dei vari corpi della marina da guerra. Ha sede a Livorno, dove fu fondata nel 1881 da B. Brin, con la fusione delle preesistenti Scuole navali della marina sarda di Genova e della napoletana di Napoli.
L’ A. aeronautica, fondata nel 1923, con sede a Caserta, per il reclutamento e la formazione di base degli ufficiali in servizio permanente, fu trasferita nel 1962 a Pozzuoli. Dal 1963 provvede anche alla formazione di ufficiali ingegneri del Genio aeronautico.
L’ A. delle Guardie di Pubblica Sicurezza, istituita a Roma nel 1964, provvedeva alla formazione degli ufficiali in servizio permanente. Con d. p. r. 24 aprile 1982, n. 341, è stata soppressa per essere sostituita dall’Istituto superiore di polizia.
L’ A. di sanità militare interforze prepara gli ufficiali medici, veterinari e chimico-farmacisti delle diverse forze armate; ha sede a Firenze.