Dall’Antichità fino alla Rivoluzione francese, associazioni di artigiani, mercanti o lavoratori riuniti per la tutela degli interessi comuni.
In Roma antica le a. furono dapprima libere e raggrupparono via via le più varie attività economiche. Sciolte nel 64 a.C., furono poi ricostituite e abolite più volte. Nell’età di Traiano erano organizzate e articolate in corpora, a. vere e proprie con obblighi fissi verso lo Stato, e in collegia, riunioni cameratesche di lavoratori. Con la crisi del Basso Impero, lo Stato le trasformò in obbligatorie, con un vincolo di ereditarietà dell’obbligo di lavoro; vi furono inoltre iscritti d’ufficio i cittadini liberi da altri impegni (vacui) e persino i condannati.
Le invasioni barbariche impoverirono notevolmente le a., che nel corso dei secoli cambiarono la loro fisionomia ma non scomparirono mai del tutto. Nel Medioevo, tornarono in auge e con il rifiorire dell’economia cittadina, erano presenti in tutta Europa sotto nomi diversi: arti, cappelle, collegi, compagnie, comuni, corpi, fraglie, masse, matricole, ordini, paratici, scuole, università in Italia; gilde in Germania, Inghilterra, Fiandra, Francia; gremi in Spagna e Sardegna. Furono in origine associazioni libere, spesso nate con fini anche religiosi, con capi, una sede o una chiesa propria, regolamenti per prevenire illecite concorrenze, assicurare la qualità del prodotto, controllando anche la quantità, e per organizzare l’a. stessa, distinguendo tra capi, maestri, lavoranti e garzoni; inoltre risolvevano le controversie fra soci relative a questioni di lavoro.
Le a. rimasero semplici associazioni artigiane a Venezia, in Italia meridionale, Francia e Catalogna dove vigeva un forte potere politico centrale, mentre in Italia centrale e settentrionale, nei Paesi Bassi e nelle città anseatiche ebbero una funzione rilevante nella vita politica, distinguendosi in a. maggiori e a. minori. In diversi luoghi le a. maggiori, controllando le fonti della ricchezza cittadina, riuscirono a imporsi alla media e piccola nobiltà feudale e a impadronirsi del potere politico. Giunse allora alla sua massima potenza il ‘Comune del popolo’ che, organizzato nelle a. e con magistrature proprie, si contrapponeva a ciò che restava del comune podestarile. Sotto le signorie e durante il predominio straniero in Italia le a. si ridussero ad associazioni artigiane, finché nel 18° sec. scomparvero. Fuori d’Italia ebbero vita rigogliosa per secoli, finché furono travolte dall’organizzazione capitalistica e cessarono al tempo della Rivoluzione francese.