Regno istituito al Congresso di Vienna il 7 aprile 1815 riunendo gli ex-ducati di Milano e di Mantova, la Terraferma veneziana e una parte della Legazione di Ferrara, passati sotto il dominio austriaco alla Restaurazione. Costituì uno Stato solo nominalmente, consistendo piuttosto di due regioni sottoposte al rigido controllo del governo centrale di Vienna; il territorio a destra del Mincio prese il nome di Governo milanese, quello a sinistra di Governo veneto. Ogni governo si divideva in province, formate da più distretti a loro volta comprendenti vari comuni. Le congregazioni centrali e provinciali, organi di rappresentanza locali, erano di fatto prive di autonomia. I codici austriaci, in vigore il 1° gennaio 1816, sostituirono quelli francesi. Dal 1856 a capo dell’amministrazione fu posto l’arciduca Massimiliano. L’Austria favorì lo sviluppo del Regno: l’istruzione venne curata, l’amministrazione fu competente e si ebbe un crescente progresso economico e solide finanze. Ma gli attivi di bilancio erano distratti a favore dell’amministrazione centrale, come a favore delle regioni transalpine era ordinato il sistema doganale, la politica ferroviaria, il controllo industriale. Ciò determinò, nell’atmosfera patriottica del Risorgimento, l’avversione dei ceti urbani contro l’Austria e il Regno L. che la rappresentava. Privato della Lombardia nel 1859 (pace di Zurigo), cessò di esistere nel 1866 quando anche il Veneto fu incorporato all’Italia.