Filologo, nato a Cittadella, Padova, il 6 agosto 1913; dal 1950 prof. di letteratura italiana nell'univ. di Friburgo, in Svizzera, dal 1955 insegna filologia medievale e umanistica nell'Univ. cattolica [...] riguardo al Petrarca (ediz. dei Rerum memorandarum libri, Firenze 1945; Lo scrittoio del Petrarca, Roma 1947), al Boccaccio (Restauri boccacceschi, ivi 1947), e alla tradizione dei classici latini nel Medioevo e nell'età umanistica (I primi ...
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facèzia Motto arguto, frase spiritosa. Già nell'antichità si raccolsero f. come quelle di Cicerone; f. si ritrovano poi nella novellistica neolatina. Alle f. G. Boccaccio dedicò la 6a giornata del Decameron; [...] nel Quattrocento umanisti come P. Bracciolini e A. Poliziano raccolsero e inventarono f.; nel Cortegiano B. Castiglione costruì una teoria esemplificata della f. quale arte fondamentale per l'uomo di società ...
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Si assumono come riferimenti cronologici simbolici di questa voce il 1211, anno del primo documento fiorentino conservato, e il 1375, anno della morte di Boccaccio.
Il Duecento è il secolo nel quale il [...] nel 1348), l’unico autore citato per nome nell’introduzione del Vocabolario degli Accademici accanto a Dante, Petrarca e Boccaccio, può mostrare una sintassi molto meno ‘moderna’.
Nelli anni di Cristo 1333 [...], essendo la città di Firenze in grande ...
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DEL BENE, Sennuccio
Pasquale Stoppelli
Nacque a Firenze da Benuccio di Senno del Bene tra il 1270 e il 1275.
L'anno della nascita, che non è noto, si riesce ad approssimare tenendo conto che nel libro [...] in Letteratura ital., Storia e testi, a cura di C. Muscetta, II, 1, pp. 434-42. Per i rapporti con il Petrarca, con il Boccaccio e con altri trecentisti minori sivedano: G. Volpi, La canzone di maestro Gregorio d'Arezzo e S. del Bene, s. l. 1895; D ...
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POGGIALI, Gaetano
Sara Mori
POGGIALI, Gaetano. – Nacque a Livorno il 29 aprile 1753, figlio di Domenico di Iacopo, di famiglia pistoiese, e di Maddalena di Niccolò Lorenzi, di Livorno.
Di origine nobile, [...] Lodovico Adimari con illustrazioni, Londra, si vende in Livorno, presso Tom.so Masi e comp., 1788; Decamerone di messer Giovanni Boccaccio cittadino fiorentino, Londra, si vende in Livorno, presso Tommaso Masi, e comp., 1789-90; La prima parte de le ...
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MARTINO da Signa
Paolo Falzone
MARTINO da Signa. – Nacque a Signa, nei pressi di Firenze, nella prima metà del secolo XIV. Scarse le notizie sul suo conto, desumibili per lo più dai registri dell’Ordine. [...] . I (1383-1387), a cura di A. Hartmann, ibid. 1996, pp. 34, 47, 112, 223, 229, 279, 337, 406, 410, 455, 459, 461; G. Boccaccio, Tutte le opere, a cura di V. Branca, V, 1, Epistole e lettere, a cura di G. Auzzas, Milano 1992, pp. 712-723, 838-841; U ...
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dirotto
Fernando Salsano
" Che sgorga senza freno "; nell'unica attestazione di Pg XXIII 87 m'ha condotto / ... la Nella mia con suo pianger dirotto (nel Boccaccio: " pianto dirotto è quando è non rattenuto, [...] né tramezzato da alcun mezzo ") sembra tendere a una significazione di ordine sentimentale oltre che fisica (cfr. Bartolomeo da San Concordio: " Da riprendere è il riso sed egli è troppo, se è garzonevolmente ...
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DOMENICO di Silvestro (Domenico Silvestri)
Paolo Viti
Nacque a Firenze intorno al 1335 da una famiglia di origini modeste - forse il padre Silvestro (e dal patronimico derivò poi il cognome, Silvestri, [...] Parnaso e l'Arno, Firenze 1978, pp. 280, 282); A. Mazza, L'inventario della "parva libraria" di S. Spirito e la biblioteca del Boccaccio, ibid., IX (1966), pp. 27 s., 60, 71; G. Gorni, Tre schede per l'Alberti volgare, in Interpres, I (1978), p. 47 ...
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lagnarsi
Bruno Basile
Sempre nell'accezione di " lamentarsi ", " dolersi ": in If III 128 Caron di te si lagna, " si duole, e non ti vuol passare " (Boccaccio), dato che " è buona l'anima di colui che [...] va a l'Inferno per aver la cognition de vitii a ciò che se ne possa guardare, come faceva Dante; e per questo non lo voleva passare Caron, il qual desidera che tutte l'anime vadano in perditione " (Vellutello).
Analogamente ...
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urlare
Andrea Mariani
Nell'italiano antico, in stretto rapporto col latino ululare, si riferiva al verso del lupo; si veda per es. il commento del Boccaccio a If VI 19 (Urlar li fa la pioggia come cani): [...] " Urlar... è propio de' lupi, come che e' cani ancora urlino spesso ". Riferendosi infatti a voci e suoni umani, generalmente D. usa il verbo ‛ gridare '; ma nei due luoghi della Commedia in cui il termine ...
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boccaccia
boccàccia s. f. [pegg. di bocca] (pl. -ce). – 1. Bocca grande e sgraziata o sformata; si usa soprattutto come espressione di spregio o riferito a persona maldicente o sboccata: chiudi questa b.; non dar retta a quella boccaccia....