nebuloso
Antonio Lanci
Si registra una sola volta, a definire la valle infernale, che oscura e profonda era e nebulosa (If IV 10), cioè " nebbiosa ", " caliginosa ", per cui, " oltre all'oscurità, era [...] noiosa agli occhi " (Boccaccio).
L'aggettivo " è analogico, assimilando la densità della tenebra a quello della nuvola " (Mattalia); il Buti ne aveva rilevato anche il valore allegorico: " nebulosa; cioè piena di nebbie della terra. Sono esalazioni ...
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Poeta alemanno (sec. 13º), discepolo di Hartmann von Aue. Scrisse intorno al 1220 il poema Floire und Blanschefleur, riprendendo e ampliando dall'originale francese la storia dei due giovanissimi innamorati, [...] che sarà argomento anche del Filocolo del Boccaccio. Notevole la fresca grazia della rappresentazione psicologica, ispirata agli ideali del mondo cortese. ...
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rottura
Il termine ricorre soltanto in If XIII 132, dove l'anima di Giacomo da Sant'Andrea, trasformata in cespuglio, piange per le rotture sanguinenti " fattegli nello schiantar de' rami che avvenne [...] nell'impeto delle cagne " (Boccaccio); cioè, come spiega il Buti, " lo pianto usciva dalle rotture che aveano fatto le cagne, onde usciva il sangue ". ...
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fatale
Unicamente nelle parole di Virgilio a Minosse: Non impedir lo suo fatale andare (If V 22), dove vale " voluto dal fato ", ma in una visione cristiana e provvidenziale: " il suo andare da divina [...] disposizione procedente " (Boccaccio); " conceduto dal fato, cioè dall'ordine che la divina provvidenza ha imposto alle cose che si muovono " (Buti). ...
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Raccolta di novelle (1549) di A.F. Grazzini, detto il Lasca (1503-1584), pubblicate solo nel sec. 18°. L'opera rimase incompiuta poiché vennero scritte ventidue delle trenta novelle previste. Secondo [...] lo schema del Decameron di G. Boccaccio, si immaginava che i racconti fossero fatti a turno, prima di cena, dai componenti di un gruppo di dieci ragazzi e ragazze, riuniti a casa di una delle fanciulle nei tre giovedì di carnevale.
Le storie sono ...
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Pittore fiorentino del XIV secolo, il cui nome ci è tramandato dalle fonti come quello di un maestro burlone e spensierato. È ancora stilisticamente indefinito, quantunque i vecchi scrittori concordi, [...] dal Boccaccio sino al Vasari, lo lodino come uno dei maggiori contemporanei di Giotto.
Un Bonamico fiorentino è ricordato in un documento pisano del 10 marzo 1336 e fu figlio di Martino, non di Cristofano, come vuole il Vasari, se si tratta del ...
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Francescano (Venezia 1274 circa - Pozzuoli 1344). Dopo aver ricoperto varie cariche in Curia, fu creato vescovo di Pozzuoli (1324): a Napoli fu consigliere di re Roberto ed entrò nel circolo dei letterati [...] di corte, conoscendo tra gli altri Boccaccio. Autore di cronologie storiche, di un opuscolo in volgare veneto (Il rettore) e dell'importante Provinciale Ordinis Minorum. ...
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Viaggiatore genovese del 14º secolo. Partito (luglio 1341) insieme al fiorentino Angiolino del Tegghia dei Corbizzi, per incarico di Alfonso IV di Portogallo, raggiunse le cosiddette Isole ritrovate, probabilmente [...] le Canarie. Di tale viaggio restano le notizie tramandateci dal Boccaccio. ...
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ginocchione
. Con valore avverbiale, dipendente dalla forma alterata, nella locuzione ‛ star g. ', in Fiore LXV 7 e CCXXIV 6. La lezione credo che s'era in ginocchion levata, di If X 54, per in ginocchie, [...] risale al Boccaccio (cfr. Petrocchi, ad l.).
Con o senza preposizione, g. è più volte attestato nella lingua due-trecentesca: cfr. Barsegapé Sermone 2399 " in ginugion "; Mare amoroso 249 " stando ginocchione "; Regola dei Servi della Vergine (Monaci ...
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bestialitade (bestialitate)
Freya Anceschi
" Azione, comportamento degno di bestia "; " violenza bruta ". Ha questo valore in If XI 83 le tre disposizion che 'l ciel non vole, / incontenenza, malizia [...] e la matta / bestialitade, dove, a giudizio del Boccaccio, l'aggettivo matta è del tutto esornativo " per ciò che bestialità e mattezza si posson dire essere una medesima cosa ". Assai felice la spiegazione del Vellutello: " quando l'appetito e la ...
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boccaccia
boccàccia s. f. [pegg. di bocca] (pl. -ce). – 1. Bocca grande e sgraziata o sformata; si usa soprattutto come espressione di spregio o riferito a persona maldicente o sboccata: chiudi questa b.; non dar retta a quella boccaccia....