MISERO, SUPERLATIVO DI
Misero è uno degli aggettivi che formano il superlativo assoluto aggiungendo il suffisso -errimo anziché -issimo, come nella forma latina miserrimus
misero ▶ miserrimo
La forma [...] è attestato nella tradizione letteraria fin dai primi secoli
Il mondo, che è miserissimo, tosto buon diverrebbe (G. Boccaccio, Decameron)
ed è registrato già nella prima edizione (1612) del Vocabolario degli accademici della Crusca, mentre ...
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Le frasi temporali (dette anche, semplicemente, temporali) sono frasi subordinate (➔ subordinate, frasi) che permettono di collocare nel tempo il processo espresso dalla frase principale, instaurando un [...] studi, quando / mentre tutti gli dicevano di continuare
(8) Deh! Perché non prendo io del piacer quando io ne posso avere? (Boccaccio, Dec. I, 4, 15)
In quest’ultimo caso, la forma verbale può essere anche al condizionale:
(9) Giuseppe vuole che ci ...
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Il termine partitivo indica la funzione, propria di alcuni elementi (l’➔articolo, il clitico ne o altri ➔ clitici), di indicare il prelievo di una ‘parte’, una quantità indeterminata, dal referente del [...] sola ha un uso partitivo attestato già in italiano antico: «oltre a questo io ho di belli gioielli e di cari» (Boccaccio, Dec. III, 8). Pertanto il partitivo, come l’articolo determinativo, può presentarsi al singolare o al plurale, al maschile o al ...
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Il termine ortografia (dal gr. ortographía, comp. di orthós «retto, corretto» e -graphía «scrittura») identifica l’insieme delle convenzioni normative che regolano il modo di scrivere una lingua considerato [...] delle grafie arcaiche ‹cha›, ‹cho›, ‹chu› a vantaggio di ‹ca›, ‹co›, ‹cu› per il suono velare /k/ (sulla grafia di Boccaccio cfr. Manni 2003).
Le scritture dei volgari fra XIV e XV secolo sono, senz’altro, meno instabili che in precedenza, anche se ...
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di Christoph Schwarze
I clitici (dal gr. klíno «flettersi») costituiscono una categorie di parole variegata, caratterizzate essenzialmente dal fatto di essere brevi o brevissime (monosillabe o bisillabe); [...] (m), li < illi, le < illae. Si incontravano, fino a tempi recenti, il e ’l (con aferesi) in luogo di lo: «il chiamavano» (Boccaccio, Decameron, I, 1, 9); «tu ’l sai» (Dante, Par. I, 75) e gli (per palatalizzazione) o i in luogo di li: «gli fece ...
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Il gerundio è un modo verbale non finito invariabile, formato con i suffissi -ando (prima coniugazione) e -endo (seconda e terza). Ha una forma semplice (cantando) e una forma composta (avendo cantato).
Il [...] , Dec. II, Introduzione, 89)
(33) Primasso, avendo l’un pane mangiato e l’abate non vegnendo, cominciò a mangiare il secondo (Boccaccio, Dec. I, 7, 71-72)
(34) Ciò detto, il lume intrigandogli gli occhi, cedeva a le tenebre perpetue (Pietro Aretino ...
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L’aggettivo sostantivato è una sottoclasse delle ➔ parti del discorso costituita da ➔ nomi che sono formalmente e diacronicamente ➔ aggettivi, e che per un processo di transcategorizzazione hanno cambiato [...] ) la cieca severità delle leggi e de’ rettori, li quali assai volte, quasi solliciti investigatori del vero, incrudelendo fanno il falso provare (Boccaccio, Dec. III, 7)
(2) e quel che ’l bello e ’l caro accresce a l’opre,
l’arte, che tutto fa, nulla ...
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CHE O CUI?
Nei ➔complementi indiretti, il pronome relativo che di regola viene sostituito dalla forma obliqua
il viaggio di cui ti ho parlato
l’agenzia a cui si è affidato
il punto da cui sono partiti
la [...] che (= di cui) ti puoi fidare
La carta che (= con cui) ci si fanno i giornali.
Storia
Nei testi antichi non è raro trovare che al posto di cui
Questo è il diavolo di che io t’ho parlato (G. Boccaccio, Decameron).
VEDI ANCHE relativi, pronomi ...
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Come indicò Saussure (1916), la lingua si può studiare in due modi: o lungo l’asse della simultaneità, descrivendo il sistema di fenomeni esistente in un momento dato, in una certa comunità di parlanti, [...] rispettata da Dante («E se non fosse ch’ancor lo mi vieta»: Inf. XIX, 100), mentre già nel Decameron di Boccaccio il tipo arcaico coesiste con il tipo moderno me lo in proporzioni pressoché uguali. Per tutto il Trecento resiste gliele invariabile, in ...
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La più antica grammatica italiana che si conosca è trasmessa, anonima, dalle prime carte del codice Reginense Latino 1370 della Biblioteca Apostolica Vaticana (nota perciò come Grammatichetta vaticana; [...] modelli, identificati in primo luogo nella poesia di ➔ Francesco Petrarca e nella prosa più elevata del Decameron di ➔ Giovanni Boccaccio (non in tutta l’opera, dunque), e solo in maniera subordinata in Dante, autore macchiato, agli occhi del Bembo ...
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boccaccia
boccàccia s. f. [pegg. di bocca] (pl. -ce). – 1. Bocca grande e sgraziata o sformata; si usa soprattutto come espressione di spregio o riferito a persona maldicente o sboccata: chiudi questa b.; non dar retta a quella boccaccia....