di Christoph Schwarze
I clitici (dal gr. klíno «flettersi») costituiscono una categorie di parole variegata, caratterizzate essenzialmente dal fatto di essere brevi o brevissime (monosillabe o bisillabe); [...] commento di A.M. Chiavacci Leonardi, Milano, Mondadori, 1991-1997, 3 voll.
Boccaccio, Giovanni (1980), Decameron, a cura di V 1975, pp. 43-44.
Miller, Philip & Monachesi, Paola (2003), Les pronoms clitiques dans les langues romanes, in Les ...
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Il vocabolario è uno dei pochi prodotti culturali che si siano sviluppati in autonomia in epoca moderna (cfr. Auroux 1992: 33). È vero che dizionari e glossari esistevano già in epoca classica, simili [...] , nonostante il dissenso che si manifestò subito (con Paolo Beni, Alessandro Tassoni, Daniello Bartoli; ➔ età barocca passato. La Crusca restava il termine di riferimento, anche se a volte polemico. Il milanese Giovanni Gherardini fra il 1838 e il ...
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La più antica grammatica italiana che si conosca è trasmessa, anonima, dalle prime carte del codice Reginense Latino 1370 della Biblioteca Apostolica Vaticana (nota perciò come Grammatichetta vaticana; [...] di Croce stesso, di Karl Vossler, diGiovanni Gentile, oltre che di crociani minori, spesso più rigidi nella loro dottrina di quanto , costrutti, con la collaborazione di A. Castelvecchi, Torino, UTET.
Silvestri, Paolo (2001), Le grammatiche italiane ...
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I verbi transitivi e quelli intransitivi (la cui definizione e la cui terminologia furono fissate già nella grammatica antica) rappresentano un’opposizione fondamentale tra i ➔ verbi di una lingua. Nella [...] tipologica):
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a. Mario ha portato la spesa a Giovanna / per Giovanna
b. Mario ha cantato / letto / disegnato per Giovanna
Un’ulteriore forma di costruzione ditransitiva è la costruzione causativa (➔ causativa, costruzione). L’argomento ...
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La produzione in prosa e in poesia del XVII secolo è concepita all’insegna del barocco, ispirata cioè all’abnorme e tendente all’iperbole e alla ‘maraviglia’. Il senso dispregiativo del termine si estese [...] del volgare nella predicazione barocca, teorizzata da Paolo Aresi e da Francesco Panigarola, e praticata con , del pittore fiorentino Lorenzo Lippi, il Maggio romanesco, 1688, diGiovanni Camillo Peresio, o il Meo Patacca, 1695, del romano Giuseppe ...
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Assumiamo convenzionalmente che l’età umanistica e rinascimentale coincida con i secoli XV e XVI. È questa l’epoca, in Italia come negli altri paesi dell’Europa occidentale, dell’emergere delle lingue [...] si riassume in volgare nei nomi di ➔ Dante, ➔ Francesco Petrarca e ➔ Giovanni Boccaccio e in latino nel movimento & Trifone 1993-1994, vol. 3º, pp. 825-879.
Manni, Paola (1994), Dal toscano all’italiano letterario, in Serianni & Trifone 1993- ...
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In linguistica il termine europeismo ha vari significati. Possono essere definiti europeismi tratti comuni a più lingue d’Europa, ma anche elementi formativi di parole (come prefissi e suffissi), locuzioni [...] E. Sallager, Tübingen, Narr, pp. 279-286.
Nencioni, Giovanni (1983), Quicquid nostri praedecessores... Per una più piena valutazione della linguistica preascoliana, in Id., Di scritto e di parlato. Discorsi linguistici, Bologna, Zanichelli, pp. 1-17 ...
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Con la locuzione lingua cortigiana (o cortegiana o cortesiana) ci si riferisce a un’espressione usata nel dibattito di primo Cinquecento in relazione agli usi linguistici delle corti italiane (Milano, [...] fino ad arrivare al bolognese Giovanni Filoteo Achillini, autore delle Annotationi et le orecchie delectano. Per ho de et di troverai senza lo articulo, Dio non Iddio,
Trovato, Paolo (1994), Il primo Cinquecento, in Bruni 1992-.
Trovato, Paolo (1998), ...
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La predicazione è stata lo strumento di comunicazione di massa che più a lungo e capillarmente ha operato in Europa e in Italia, importante sia come veicolo di conoscenza religiosa e orientamento morale, [...] . 12- 20.
Pozzi, Giovanni (1954), Saggio sullo stile dell’oratoria sacra del Seicento esemplificata sul p. Emmanuele Orchi, Roma, Istituto Storico Cappuccino.
Prodi, Paolo (1959), Il cardinale Gabriele Paleotti, 1522-1597, Roma, Edizioni di Storia e ...
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La parola regola, applicata a una lingua, ha due significati fondamentali: quello di «descrizione di un meccanismo della lingua stessa» e quello di «precetto, ammonizione per parlare o scrivere bene». [...] parte un isolato tentativo quattrocentesco di ➔ Leon Battista Alberti, la normazione di una varietà di lingua d’area italiana (nella fattispecie, il fiorentino di ➔ Dante, ➔ Francesco Petrarca e ➔ Giovanni Boccaccio) segue di circa tre secoli la sua ...
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madre di tutte le domande
loc. s.le f. La domanda più importante, il dubbio più significativo. ◆ Organizzato come un «dizionario d’autore», con 233 schede dedicate ad altrettanti film, il libro di Gianni Amelio potrà forse sorprendere il lettore...
madre di tutte le veglie
loc. s.le f. La veglia pasquale, la più importante veglia liturgica del cattolicesimo. ◆ Singolare Veglia di una notte singolare. Veglia, madre di tutte le Veglie, durante la quale la Chiesa intera resta in attesa...