Dante Alighieri nacque a Firenze nel maggio, o giugno, 1265, l’anno prima della battaglia di Benevento, che segna la distruzione della parte ghibellina in Italia. Di famiglia guelfa, cresce in anni segnati [...] vulgari eloquentia (§ 6) è un trattato linguistico di ambizione universale, che prende le mosse dalla definizione di che cosa fisica e politica del suo tempo, e sulla base di giudizi di valore e disvalore di carattere letterario o politico-culturale. ...
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Alessandro Manzoni nacque a Milano nel 1785 dalla figlia di Cesare Beccaria, Giulia, moglie presto separata del ricco possidente Pietro Manzoni. Dopo un decennio trascorso in collegio dai padri somaschi [...] e i modi coi quali si possa aiutare a rendere più universale in tutti gli ordini del popolo la notizia della buona In essa lo scrittore, ringraziando Della Valle per il giudizio favorevole dato sulla seconda edizione dei Promessi sposi, attribuiva ...
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Per variazione linguistica si intende l’importante carattere delle lingue di essere mutevoli e presentarsi sotto forme diverse nei comportamenti dei parlanti. La proprietà di un’entità di assumere diverse [...] essere stigmatizzate, cioè soggette a un giudizio esplicitamente o implicitamente negativo da parte dei differenza di quelle proprietà innate che costituiscono la cosiddetta grammatica universale, è fissato in base all’esperienza. A seconda del ...
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Giacomo Leopardi (Recanati 1798 - Napoli 1837) ricevette nell’infanzia un’educazione tradizionale, affidata a istruttori ecclesiastici. L’analisi linguistica degli scritti del periodo 1809-1810 non a caso [...] col francese moderno, che da parte sua aveva iniziato a ridursi a medium strumentale di comunicazione universale, poco adatto per questo, nel giudizio di Leopardi, a essere una lingua di tipo letterario, «variabile», «aperta», «ricca», ecc. La scelta ...
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D'OVIDIO, Francesco
Lucia Strappini
Nacque da Pasquale e da Francesca Scaroina il 5 dic. 1849 a Campobasso, da dove la famiglia si trasferì nove anni dopo a Napoli. Qui compì gli studi secondari nel [...] ogni parola sull'opera di lui sarà accolta quasi dall'universale interesse che trova pronto chiunque mette il discorso su un saputo, ma capito; e dall'altro lato, che il giudizio estetico, l'osservazione psicologica, il concetto sintetico, abbian la ...
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Tra i possibili criteri di classificazione del testo in generi o tipi (➔ testo, tipi di) è invalso – soprattutto in ambito didattico – un modello di carattere funzionale-cognitivo basato sull’intersezione [...] tende ad essere fondata su prove di valore universale.
Benché caratteristici di questa tipologia siano indicatori linguistici argomentazione basata sulla struttura del reale si fonda sui giudizi o le credenze già accettati dall’uditorio per sostenere ...
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L’opera in volgare di Francesco Petrarca (Arezzo 1304 - Arquà 1374) si esaurisce nelle 366 liriche d’amore che compongono i Rerum vulgarium fragmenta (indicato più comunemente, a partire dal Quattrocento, [...] e parziale.
A mettere in discussione il famoso giudizio continiano sono alcuni passi dei Fragmenta, laddove si fa mai prima, di una storia tutta sua, non «concepita come un universale astratto, bensì come l’umano agire e sentire» di un individuo ...
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Giambattista Vico nacque a Napoli il 23 giugno 1668, in una famiglia di modeste condizioni (il padre era libraio). Intrapresi gli studi di filosofia come esterno presso il collegio dei gesuiti di Napoli [...] Sacra Scrittura contro Giambattista Vico, p. 8); un giudizio simile si riscontra anche in contesti non polemici, come » 6, pp. 15-49.
Battistini, Andrea (1978), Antonomasia e universale fantastico, in Retorica e critica letteraria, a cura di L. Ritter ...
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Carlo Goldoni (Venezia 1707 - Parigi 1793) trascorse parte della fanciullezza a Venezia, e l’adolescenza e la giovinezza in varie sedi. Compì studi disordinati e concluse quelli di diritto. Avvocato a [...] più comune, rispetto all’universale italiano» (Teatro, vol. 3°, p. 1285), dove per «universale italiano» s’intende l’ lo stile «naturale», ma, va precisato, il suo giudizio nasceva da una competenza dell’italiano della conversazione formatasi sui ...
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Torquato Tasso (Sorrento 1544 - Roma 1595) affrontò nella sua opera il più ampio ventaglio di generi testuali, sia in prosa che in versi. Sono in prosa i ventisei Dialoghi di vario argomento (la nobiltà, [...] poco diverso, la Gerusalemme conquistata. Significativo anche il giudizio del De Sanctis: «Le correzioni sono quasi tutte , sforzato, inusitato e aspro, onde non può esser’inteso dall’universale», e che i suoi versi sono «aspri», e la «favella ...
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universale1
universale1 agg. [dal lat. universalis, der. di universus: v. universo1]. – 1. a. Che riguarda tutto l’universo, che si estende o è valido per l’intero universo fisico (nell’accezione scient. di questo termine): legge dell’attrazione...
giudizio
giudìzio (ant. giudìcio, iudìcio) s. m. [dal lat. iudicium, der. di iudex -dĭcis «giudice»]. – 1. a. L’attività logica del giudice, consistente nell’applicare le norme di legge al fatto da lui accertato: g. di fatto, se le questioni...