Espressione adottata dalla stampa occidentale per definire la rivoluzione scoppiata in Tunisia nel dic. 2010. L’inizio della rivolta viene simbolicamente fatto coincidere con il clamoroso gesto di protesta di Mohamed Bouazizi, un giovane venditore ambulante che il 17 dic. 2010 si è dato fuoco nella cittadina di Sidi Bouzid per protestare contro le continue vessazioni da parte delle forze locali di polizia. L’episodio ha innescato numerose manifestazioni di piazza contro il dispotismo e la corruzione del regime del presidente Ben ‛Alī, al potere dal 1987. Di fronte ai manifestanti che chiedevano a gran voce la democratizzazione del sistema politico, denunciando al contempo lo stato di crisi generale dell’economia tunisina (aumento della disoccupazione, inflazione), il regime crollava con una velocità straordinaria e il 14 genn. 2011 Ben ‛Alī fuggiva in Arabia Saudita con tutta la sua famiglia. La definizione rivoluzione dei gelsomini, non molto amata dai protagonisti stessi della rivolta che sottolineavano l’impatto riduttivo e semplicistico dell’espressione a fronte della situazione drammatica nel paese, ha incontrato in un primo tempo il favore dei media occidentali per la sua somiglianza con analoghe definizioni (rivoluzione delle rose in Georgia nel 2003, rivoluzione dei tulipani in Kirghizistan nel 2005), ma l’incalzare degli eventi, in Egitto prima, in Libia e Siria poi, ha finito per lasciar cadere questa espressione che sembra lo stesso Ben ‛Alī avesse scelto per descrivere il suo colpo di stato nel 1987.