rivoluzióni russe Rivoluzioni del 1905 e del 1917, intese come fasi distinte di un unico processo che mutò radicalmente l'assetto politico della Russia e abbatté il regime zarista.
La prima r.r. venne favorita dalla sconfitta contro il Giappone (1905), che indebolì lo zarismo e riattivò i conflitti interni, frutto dell'incapacità dell'autocrazia di affrontare le crescenti richieste di partecipazione politica provenienti dalla borghesia e dall'aristocrazia liberale e di risolvere la questione agraria e sociale. Iniziata a San Pietroburgo (gennaio), quando la polizia uccise un migliaio di persone nel corso di una manifestazione per presentare una petizione allo zar, in breve la rivoluzione si estese coinvolgendo operai e soldati, che diedero vita a soviet ("consigli") con la partecipazione dei partiti socialisti. Nelle campagne si diffuse la rivolta dei contadini poveri. Per far fronte al pericolo rivoluzionario lo zar Nicola II in ottobre promise la concessione di un sistema parlamentare e di maggiori libertà, ma nel corso dei mesi successivi una repressione sempre più dura si abbatté sul movimento rivoluzionario. Anche il Parlamento (in esercizio dall'aprile 1906) venne gradualmente esautorato, e il regime zarista tornò al suo tradizionale funzionamento autocratico.
I problemi che avevano causato la fallita rivoluzione del 1905 restavano aperti, e anzi si andavano aggravando. La partecipazione alla Prima guerra mondiale e i gravi rovesci militari fecero precipitare gli eventi. Tra il 23 e il 27 febbr. 1917 (8 e 12 marzo nel calendario occid.), gli operai di quella città che era stata ribattezzata Pietrogrado insorsero affiancati da reparti militari: ovunque si ricostituirono i soviet e la rivoluzione dilagò nelle campagne. Il 2 marzo lo zar abdicò e s'instaurò la Repubblica. Il governo provvisorio, a orientamento liberale, divise il potere con i soviet diretti da socialrivoluzionari, menscevichi e bolscevichi e decise di continuare la guerra. Dopo più passaggi, a capo del governo giunse A.F. Kerenskij, socialrivoluzionario. Questi per fronteggiare il colpo di Stato reazionario del gen. L.G. Kornilov (1870-1918) chiese l'aiuto dei bolscevichi che accrebbero in tal modo la loro influenza sulle masse.
Il 24-25 ott. 1917 (6-7 nov.) Kerenskij fu rovesciato dai bolscevichi, che formarono un governo appoggiato dai soli socialrivoluzionari di sinistra, ma sostenuto dai soviet. Fu poi eletta un'Assemblea costituente, subito sciolta dai bolscevichi (genn. 1918) perché composta in maggioranza da socialrivoluzionari di destra e da altri gruppi socialisti di opposizione. La pressione militare tedesca, lo sfinimento delle masse e la speranza dell'estensione della rivoluzione spinsero il leader bolscevico Lenin ad accettare il Trattato di pace di Brest Litovsk (marzo). Passati all'opposizione anche i socialrivoluzionari di sinistra, il potere rivoluzionario bolscevico acquistò anche formalmente il carattere della dittatura del partito unico. Lo zar fu giustiziato (luglio 1918) insieme con la famiglia. Negli anni seguenti la guerra civile oppose l'Armata rossa a eserciti controrivoluzionari appoggiati dalle potenze dell'Intesa, ma la solidarietà delle masse contadine (anche se furono numerosi gli episodi di ribellione armata nelle campagne), timorosi di una vittoria dei Russi bianchi che avrebbe comportato la restituzione delle terre agli antichi proprietari, oltre che la superiore capacità di comando e mobilitazione, consentirono ai bolscevichi di avere la meglio (1920).
Alla morte di Lenin (1924) seguì la lotta per la successione tra Trockij e Stalin, la cui vittoria (1927) fu seguita dalla costruzione di una dittatura personale. Così la Rivoluzione di ottobre aveva trovato il suo esito.