L'interpretazione del marxismo-leninismo propria di Stalin, che, in contrapposizione alla teoria della rivoluzione permanente, affermò il principio dell'autosufficienza della rivoluzione russa, e la corrispondente prassi politica, adottata dallo stesso Stalin a partire dalla fine degli anni Venti, con lo scopo di promuovere l'industrializzazione del paese e la modernizzazione del suo sistema produttivo, ritenute condizioni indispensabili per procedere alla trasformazione della società russa in una società socialista. Tali obiettivi furono realizzati nel corso di un trentennio, attraverso la collettivizzazione forzata dell'agricoltura e l'enorme dilatazione dell'apparato burocratico dello stato, cui fu associato l'esercizio di un illimitato potere personale (giustificato in nome della difesa del socialismo contro reali o presunti nemici) che, attraverso la propaganda e il controllo poliziesco, impose il conformismo in ogni sfera della vita politica, sociale e culturale e ricorse all'uso di metodi repressivi contro chiunque, spec. all'interno del partito, manifestasse qualche forma di opposizione o di dissenso.