SVEZIA (XXXIII, p. 40; App. I, p. 1041; II, 11, p. 933)
La popolazione della S. era, secondo una valutazione del dicembre 1959, pari a 7.471.345 unità e quindi dal censimento del 1940 presentava un aumento di oltre un milione di ab.; il miglioramento delle condizioni demografiche non sembra essere dovuto alla natalità che nel 1955 fu del 14,7‰ con una eccedenza del 5,34. Più che altro il miglioramento si deve attribuire alla politica di immigrazione per la quale nel 1950 entrarono in S. 28.000 individui, 31.600 nel 1951, 19.089 nel 1959. Il gruppo più numeroso è costituito dai Finlandesi che nel 1951 furono 12.800. Accanto alle cifre degli immigrati bisogna considerare anche quelle degli emigrati che nel 1959 raggiunsero il complesso di 15.607. Nel 1955 la popolazione rurale rappresentava il 51% di quella totale, ma soltanto la quinta parte di essa era occupata in un'attività agricola. Tutte le città hanno registrato un notevole aumento di popolazione e nel 1960 Stoccolma aveva 807.909 ab., Göteborg 400.814, Malmö 225.660; anche se nessun'altra città tocca i 100.000 ab., sono salite ad oltre 35 quelle con una popolazione superiore ai 20.000 ab.
Condizioni economiche. - Nonostante le sfavorevoli condizioni di suolo e di clima, l'agricoltura svedese si è allineata a quella dell'Europa centrale ed occidentale; tra i cereali l'avena è dominante ed occupa ancora il 40% della superficie cerealicola, costituendo il 30% del raccolto totale dei cereali; nel 1957 il raccolto è stato di 8.470.000 q. Il frumento non riveste molta importanza, tuttavia il fatto saliente verificatosi nel secondo dopoguerra è che l'estensione data al grano primaverile è di mano in mano divenuta superiore a quella del grano invernale; nel 1955 il grano primaverile occupava una superficie di 165.000 ha; questo ha portato ad un aumento del rendimento, tanto che nelle annate favorevoli la S. non importa più frumento e la media attuale del complessivo raccolto del grano è di 8.400.000 q. I raccolti degli altri prodotti principali nel 1957 sono stati le patate con 14.980.000 q, e le barbabietole da zucchero, che hanno dato 3.200.000 q di zucchero. L'allevamento per eccellenza è quello bovino che consta di 2.580.000 capi, la maggior parte dei quali è costituita da mucche lattifere che sostengono una fiorente industria casearia, esercitata da società cooperative; in media annualmente si producono 4.500.000 t di latte, 100.000 t di burro e 50.000 t di formaggio. L'allevamento suino, che è connesso all'industria casearia per l'utilizzazione dei residui della lavorazione come mangime, ha subìto un ulteriore aumento e nel 1959 vi erano 2.192.000 capi. Lo sfruttamento dell'estesa ricchezza forestale ha consentito nel 1957 la produzione di 3.270.000 t di pasta chimica, di 960.000 t di pasta meccanica, di 969.000 t di carta e di 432.000 t di carta da giornali; tali voci rivestono notevole importanza anche nelle esportazioni. L'industria mineraria ha registrato nel 1958 l'estrazione di 11.037.000 t di ferro greggio, in parte esportato e in parte lavorato per produrre 1.323.600 t di ghisa, 2.424.000 t di acciaio. Il potenziale idroelettrico, assai ingente, ha registrato nel 1959 32.526.000.000 di kWh, prodotti da energia idrica. Anche le altre industrie meccaniche, chimiche e della gomma sono in progresso.
La pesca, pur non rivestendo un'importanza notevole, apporta un contributo apprezzabile all'economia nazionale ed i suoi prodotti, destinati sia al consumo immediato, sia a fornire materie prime per l'industria, sono assorbiti con facilità dal mercato. In totale ogni anno si pescano circa 200.000 t di pesce di cui la metà è composta di aringhe.
Commercio. - La bilancia commerciale non è in pareggio (v. oltre). Le voci più rappresentate nelle esportazioni del 1955 sono state quelle della pasta da legno 1566,9, legname 1271,9, minerali metallici 885,8, carta 805, macchinarî elettrici 906,8; i paesi verso i quali si è diretta in prevalenza l'esportazione sono stati in ordine di importanza Inghilterra, Germania occidentale, Norvegia; tra i paesi fornitori figurano ai primi posti la Germania occidentale, l'Inghilterra e gli S.U.A. Gli scambî con l'Italia hanno registrato nel 1957 una eccedenza di importazioni, 399.000.000 di corone, rappresentate specie da cereali, frutta, ortaggi, contro 353.000.000 di corone di esportazioni, specie di legname e di acciai. Il commercio con l'estero si svolge quasi esclusivamente per mare e rappresenta il 40% del traffico del porto di Stoccolma, il 70% di quello di Göteborg, il 74% di quello di Malmö e l'88% di quello di Hälsingborg.
Comunicazioni. - La marina mercantile nel 1959 contava 1210 navi superiori alle 100 t di stazza netta per un valore complessivo di stazza di 3.626.423 t. La lunghezza della rete stradale non ha subìto molte modifiche; consta di 93.100 km; le ferrovie statali sono passate da 12.041 km nel 1947 a 15.611 km, di cui la metà elettrificata. Gli autoveicoli sono in progressivo aumento: nel 1959 erano 1.227.400, di cui 1.098.700 autovetture.
Finanze. - Dopo uno sviluppo crescente, a partire dal 1953, le esportazioni hanno registrato una contrazione nel 1958-59, contrazione che ha avuto un effetto depressivo sull'economia svedese data l'elevata incidenza con cui il commercio estero partecipa alla formazione del reddito nazionale (il 20% circa). Ma già agli inizî del 1959 la ripresa delle esportazioni di legnami, di carta e di metalli di base contribuiva al rinnovamento dello slancio produttivo.
La serie di deficit nelle partite correnti della bilancia dei pagamenti è stata più che compensata dall'afflusso di capitali esteri (in specie a breve presso le banche svedesi). Pertanto la consistenza delle riserve valutarie è salita ininterrottamente dal 1952 in poi. Ad eccezione dell'esercizio 1951-52, il bilancio statale si è chiuso in disavanzo durante tutto il rimanente periodo. A ciò ha contribuito l'elevata spesa statale per investimenti, che è triplicata nell'ultimo decennio. In corrispondenza, il fabbisogno finanziario dello stato è cresciuto sensibilmente, determinando non solo un aumento del debito pubblico, ma anche una rarefazione di capitali sul mercato finanziario. Tale situazione ha limitato il prelievo di fondi da parte delle imprese private.
Il sistema bancario svedese comprende, oltre alla Banca centrale (Sveriges Riksbank), 16 banche commerciali (con oltre 1150 sportelli), 450 casse di risparmio e diversi istituti di credito speciale.
La parità ufficiale dichiarata al Fondo monetario internazionale nel novembre 1951 è di 5,173 corone svedesi per 1 dollaro U. S. A. Analogamente alle altre valute europee, la corona è stata dichiarata convertibile per i non residenti nel dicembre del 1958.
Storia. - Riuscita, solo tra i paesi del nord Europa, a rimanere fuori del secondo conflitto mondiale, la S. fu anche il solo di tali paesi - escludendo la Finlandia, che si trovava in una posizione particolare - a rimanere fedele, nel dopoguerra, alla linea di neutralità, respingendo l'invito a far parte del Patto Atlantico e conservando costantemente con scrupolo una posizione di equidistanza tra i blocchi. Una conferma del suo impegno neutralistico avvenne in occasione del dibattito alle N. U. dal 20 gennaio al 1° febbraio 1951, sull'intervento cinese in Corea: il delegato svedese si astenne dal voto sulla mozione di condanna della Cina comunista come stato aggressore. La fermezza del governo socialdemocratico sulla politica di neutralità non venne mai meno, nonostante le pressioni e le critiche dell'opposizione liberale, conservatrice e agraria che, pur contraria anch'essa alle alleanze formali, era favorevole a posizioni più elastiche e ad una maggiore collaborazione con i paesi occidentali, e nonostante i periodici motivi di frizione del governo svedese con quello sovietico (abbattimento di due aerei svedesi nel giugno 1951, casi di spionaggio, controversia sull'estensione delle acque territoriali nel Baltico, annunzio di Mosca sulla morte in un carcere sovietico nel luglio 1947 del diplomatico svedese Wallemberg scomparso a Budapest nel 1945). L'unico raggruppamento di stati al quale Stoccolma aderì fu quello nordico, dove peraltro, dopo la costituzione del Consiglio nordico nel 1952, si adoperò perché i governi membri "impegnati" internazionalmente accentuassero il più possibile il loro atteggiamento cauto e riservato, e perché fossero decise comuni prese di posizione in favore della distensione tra i blocchi.
L'orientamento neutralista in politica estera fu la condizione che il Partito socialdemocratico - che dal 1931 era ininterrottamente al governo - pose per una coalizione governativa, nell'ottobre 1951, con gli agrarî, ai quali come corrispettivo diede l'inserimento, nel programma di governo, d'un punto relativo alla protezione dei prezzi dei prodotti agricoli. Il programma del governo di coalizione, che pose fine al governo monocolore socialdemocratico con maggioranza relativa costituitosi dopo le elezioni del 9 settembre 1948, aveva al primo punto il mantenimento della neutralità, prevedendo successivamente la lotta contro l'inflazione, il rafforzamento della difesa del paese, una politica di pieno impiego, l'equilibrio della bilancia commerciale. La coalizione tra socialdemocratici e Lega agraria, sotto la presidenza di Tage Erlander, venne confermata dopo le elezioni del 21 ottobre 1952, nelle quali i socialdemocratici perdettero due seggi (da 112 a 110) e ancora dopo le elezioni del 16 settembre 1956 nelle quali il partito di maggioranza relativa perdette altri 4 seggi e gli agrarî sette (rispettivamente da 110 a 106 e da 26 a 19, sui 230 seggi disponibili)., L'anno successivo però, sul tema della riforma delle pensioni, la coalizione entrò in crisi: sottoposta la questione ad un referendum, la tesi socialdemocratica per l'introduzione della pensione obbligatoria ai salariati con oltre 67 anni di età raccolse il 46,4 per cento dei voti contro le proposte fondate sul principio della volontarietà sostenute dai conservatori e dagli agrarî. Con l'uscita degli agrarî dalla coalizione, si tornò al governo monocolore socialdemocratico. La soluzione provvisoria non poteva che sfociare in nuove elezioni; queste vennero decise allorché, il 25 aprile 1958, il governo fu messo in minoranza allo Storting sul progetto di legge per l'introduzione della pensione obbligatoria da una coalizione di liberali, conservatori e agrarî. Alle elezioni del 1° giugno 1958 i socialdemocratici ottennero 112 seggi: la riforma delle pensioni fu approvata il 13 maggio 1959, con un solo voto di scarto. Nelle elezioni del 18 settembre 1960 i socialdemocratici ottennero 114 seggi, i liberali 40, i conservatori 39, gli agrarî 34 e i comunisti 5. Rimase al potere il socialdemocratico Tage Erlander.
Bibl.: L. Maury, Métamorphose de la Suède, Parigi 1951; F. L. Ruche, La neutralité de la Suède, Parigi 1953; W. Fleisher, Sweden, The welfare state, New York 1956; I. Andersson, A history of Sweden, Londra 1956; S. Abrahamsen, Sweden's foreign policy, Washington 1957; J. M. Guesde, La Suède d'hier et d'aujourd'hui, Stoccolma 1957; F. Ander, The building of modern Sweden, Rock Island 1958.