tabernacolo Presso gli antichi Romani, tenda da campo e in particolare la tenda costruita, secondo precise norme rituali (per es., per l’orientamento) per il comandante militare perché potesse prendere in essa gli auspici.
Presso gli antichi Ebrei, il santuario smontabile e portatile eretto per ordine di Mosè, nel quale erano conservate le tavole della Legge e altri oggetti sacri. Fino alla costruzione del tempio di Gerusalemme, era l’unico luogo di culto ufficialmente riconosciuto. Consisteva in un recinto rettangolare delimitato da tendaggi, con un ingresso verso E; al centro si trovava il t. propriamente detto, la tenda sacra, divisa da un velo in due parti: il ‘Santo’, in cui si trovavano la mensa dei pani di proposizione, il candelabro e l’altare dei profumi, e il ‘Santissimo’ o ‘Santo dei Santi’, che, contenendo l’arca dell’alleanza, era concepito come dimora di Dio. Per la festa dei t. ➔ Sukkōt.
Nel culto cristiano occidentale (con esclusione delle Chiese protestanti), edicola o nicchia in cui sono contenute immagini sacre e in particolare l’edicola chiusa, nella quale si conserva l’Eucaristia. Nei primi tempi del cristianesimo non vi era una regola fissa sul luogo dove conservare l’Eucaristia che poteva trovarsi sia sotto la mensa dell’altare, sia nel muro dell’abside della chiesa. Forse già nel 5° sec. o in epoca altomedievale, a questo fine era impiegata un’edicola a timpano con colonnine (per es. nel Tempietto del Clitunno); dal 12° sec. in poi prevalse la denominazione di t. e dal 15° sec. l’uso di porla sopra l’altare, che nel 1614 Paolo V rese obbligatorio per Roma (raccomandandolo ovunque); nel 1863 la Sacra Congregazione dei riti vietò ogni altra collocazione. Dopo la riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II, l’istruzione Eucharisticum Mysterium del 1967 ha stabilito che, per quanto è possibile, il Cristo non sia eucaristicamente presente nel t. sull’altare in cui viene celebrata la Messa fin dall’inizio della medesima, suggerendo varie soluzioni pratiche (t. con l’Eucaristia posto non sull’altare maggiore ma o a lato del medesimo, su apposita colonnina, o in una piccola edicola, o in un altare laterale); l’Institutio generalis Missalis Romani (1969) raccomanda un’apposita ‘cappella dell’Eucaristia’ adatta alla preghiera dei fedeli.