teatro di narrazione
teatro di narrazióne locuz. sost. m. – Modalità teatrale esplosa negli anni Novanta del 20° secolo le cui radici si possono far risalire ai monologhi teatrali di Dario Fo (Mistero buffo, 1969), in cui si recupera la forza delle narrazioni popolari. L’attore-narratore, sul palco senza scenografia o costume di scena, metabolizza il proprio vissuto e la storia, operando un recupero della memoria collettiva; è il testimone e non il protagonista della storia che narra. Nel corso degli anni si è andata delineando una molteplicità di tentativi e di percorsi, spesso originali e indipendenti, intrapresi da attori-drammaturghi dotati di grande capacità di affabulazione, spinti dalla voglia di riscoprire e riappropriarsi della cultura orale, supportati da un lavoro di raccolta di materiale lungo e approfondito. Generalmente si indicano come narratori appartenenti alla prima generazione Marco Baliani, Laura Curino, Marco Paolini, Gabriele Vacis, cui si sono aggiunti quelli della seconda generazione Ascanio Celestini, Davide Enia (n. Palermo 1974; Maggio ’43, 2004), Andrea Cosentino (n. Chieti 1967). Ma la figura e i percorsi dell’attore-solista sono in continua evoluzione.