Teoria economica affermatasi negli anni 1970 (P. Davidson, H. Minsky) come sviluppo del pensiero di J.M. Keynes e dei neokeynesiani. Non rappresenta un approccio puro allo studio della micro- e della macroeconomia; tuttavia è caratterizzata da specifiche differenze rispetto alle altre teorie monetariste, keynesiane, neoclassiche ecc. Innanzitutto gli economisti postkeynesiani riconoscono che tutte le teorie economiche rappresentano un’astrazione e una semplificazione della realtà, ma ritengono che sia necessario comunque costruire una struttura logica che consenta un’analisi economica realistica. Rifiutano la rappresentazione dell’equilibrio economico generale per la comprensione dell’economia reale e monetaria e ritengono che nessun modello generale possa risolvere ogni concepibile problema economico in tutti i tempi e in tutte le situazioni. La scelta di un modello dipende quindi dal problema corrente analizzato in riferimento a un determinato sistema economico. Vi sono alcuni concetti fondamentali sui quali si basano i modelli postkeynesiani: la nozione che il sistema economico sia un processo che si muove in maniera irreversibile attraverso il tempo; il ruolo delle aspettative in un mondo incerto; il ruolo delle istituzioni economiche e politiche nel sistema economico; l’importanza dell’aspetto della distribuzione del reddito e del potere (politico, economico ecc.) per la comprensione dei problemi economici reali del mondo.