Trapani Città della Sicilia nord-occidentale (273,1 km2 con 65.841 ab. nel 2020), capoluogo di provincia. Sorge in parte su una lingua di terra protesa nel mare verso la più settentrionale delle Egadi, l’isola di Levanzo, in parte sul suo retroterra pianeggiante, fino alle falde del colle di Erice. Di aspetto moderno, ha strade rettilinee, ma strette, nei nuclei più antichi (Casalicchio e il medievale Palazzo), larghe, a scacchiera, nella parte moderna, la cui espansione ebbe inizio nel 18° sec. in direzione dell’Erice e proseguì poi sia verso N sia verso S, parallelamente alla costa, ma lontano dal mare. Caratteristica della periferia trapanese sono le saline che si estendono a S della città, con i tipici mulini a vento usati per macinare il sale. Interessato a una forte spinta migratoria, il comune di T. durante gli anni 1960 ha perso alcune migliaia di abitanti; nei decenni successivi il decremento è diventato molto più contenuto fino a stabilizzarsi intorno alle 70.000 unità. A un progressivo abbassamento del tasso di natalità, infatti, ha fatto riscontro un aumento dei rimpatri superiore a quello degli espatri e, contemporaneamente, è cresciuto il numero degli immigrati stranieri. T. è attivo centro commerciale, dotato di un porto importante soprattutto per le comunicazioni (motonavi e aliscafi) con le isole Egadi, Tunisi, Palermo, Cagliari, Genova, Pantelleria e le Pelagie. Consistente è la flottiglia peschereccia che fa capo a T., centro della pesca del tonno. Il settore industriale, di dimensioni modeste, è costituito da aziende di piccole dimensioni che operano nei rami enologico (vino marsala), alimentare (pastifici, conservazione del pescato), cantieristico e della lavorazione del marmo. Nell’ambito del terziario, su cui si fonda l’economia cittadina, grande peso hanno le attività commerciali e, soprattutto, quelle legate alla pubblica amministrazione. In espansione il movimento turistico, anche balneare (frequentato il Lido di San Giuliano). La città è collegata all’autostrada Punta Raisi-Mazara del Vallo dal raccordo T.-Alcamo ed è servita da un aeroporto che ha sede a Birgi.
T. (gr. Δρέπανον, Δρέπανα, lat. Drepănum), trae nome dalla particolare configurazione a falce (gr. δρέπανον) del promontorio su cui sorse. Dapprima soggetta alla città di Erice, poi piazzaforte navale dei Cartaginesi; nel 249 a.C. nelle acque antistanti la città i Romani furono sconfitti dai Cartaginesi al comando di Aderbale. Nel 241 a.C., dopo lo scontro delle Egadi, T. cadde in mano dei Romani. La dominazione romana durò sino all’invasione dei Vandali, che a T. operarono il primo sbarco. Seguì il dominio dei Bizantini e quindi quello degli Arabi. T. fu tra le più fiorenti città della Sicilia musulmana e continuò a esserlo sotto i Normanni. Il porto ricevette impulso dalle Crociate. Nel 1266 nelle acque di T. galere veneziane attaccarono quelle genovesi battendole. T. partecipò alla rivolta dei Vespri contro gli Angioini; accolse per prima Pietro d’Aragona (1282) e fu a lungo contesa, per la sua posizione strategica, agli Aragonesi. La città fu inutilmente assediata per terra e per mare da Roberto d’Angiò (1314) e poi da Luigi d’Angiò (1432). Durante il 16° sec. sulla città pesò il pericolo barbaresco nel Mediterraneo, finché le fortificazioni compiute verso la fine del secolo la resero più sicura dalla parte del mare. Carlo V le concesse speciali privilegi (1535) e T. nei sec. 17° e 18° prosperò per la navigazione e per le industrie del sale, della pesca e del corallo. Gli Spagnoli assediarono la città nel 1718 e nel 1734 e costrinsero alla capitolazione il presidio imperiale (1735). T., che già aveva partecipato ai moti rivoluzionari del 1820, nel 1848 fu una delle prime città in Sicilia a ribellarsi al governo borbonico. Durante la Seconda guerra mondiale fu danneggiata dai bombardamenti aerei e navali (1940 e 1943).
Provincia di T. (2469 km2 con 421.256 ab. nel 2020, ripartiti in 24 Comuni) Comprende l’arcipelago delle isole Egadi e Pantelleria e occupa l’estrema cuspide occidentale della Sicilia, affacciandosi sul Mar Tirreno a N e sul Mar di Sicilia a S. Il territorio è prevalentemente collinare, con alcuni rilievi isolati nel settore settentrionale (Monte Sparagio, 1110 m); la costa è articolata, a N e a O, in alcune insenature, tra cui i golfi di Castellammare, di Cofano e di Bonagia; piatta e rettilinea, interrotta dalla sottile lingua di terra del promontorio di T. e dal Capo Boeo o Lilibeo, più a S. Il clima è mediterraneo, le precipitazioni scarse e limitate ai mesi invernali, i corsi d’acqua (Marsala, Mazaro, Delia, Belice) hanno carattere torrentizio.
La popolazione provinciale, che in passato aveva registrato consistenti decrementi, anche in seguito al violentissimo terremoto del 1968, è in lieve ma costante ripresa, grazie soprattutto al movimento migratorio, sia di ritorno che straniero. Le maggiori risorse economiche sono agricole (agrumi, olivo, vite), e pescherecce (Mazara del Vallo e Marsala sono i principali centri della pesca d’alto mare, mentre lungo la costa si esercita quella del tonno). L’industria è presente nei settori enologico, conserviero, estrattivo (la cosiddetta pietra di Trapani), cantieristico, del vetro e delle calzature. Sviluppato il turismo, favorito soprattutto dalle bellezze paesaggistiche nei centri costieri e nelle isole. I centri urbani principali, oltre al capoluogo, sono Marsala, Mazara del Vallo, Alcamo, Castelvetrano ed Erice.