vangelo Nome comune ai quattro primi libri del Nuovo Testamento (V. di Matteo, V. di Marco, V. di Luca, V. di Giovanni; ➔ Bibbia) e, secondariamente, ad altre composizioni antiche che hanno per contenuto qualche analogia con i quattro V. canonici, ma che non sono entrati nel canone del Nuovo Testamento e sono quindi detti v. apocrifi. Nei primi secoli del cristianesimo ne circolò un gran numero, ma oggi per lo più sono noti indirettamente, per citazioni dei contemporanei. I loro motivi ispiratori sono diversi e testimoniano caratteristiche altrimenti ignote di cristianesimo popolare, talora di piccoli gruppi di iniziati; rispondono spesso all’esigenza di colmare lacune nella storia evangelica, fornendo particolari sull’infanzia, sui miracoli, sulla risurrezione di Cristo, su personaggi evangelici; spesso sono ispirati al gusto del meraviglioso e attribuiscono aretalogie pagane a personaggi evangelici e apostolici, e applicano all’argomento cristiano schemi del romanzo religioso ellenistico; infine alcune sette di carattere gnostico, encratita, apocalittico, elaborano narrazioni a sostegno delle loro interpretazioni del messaggio evangelico.
Un gruppo nutrito è costituito dai v. dell’infanzia, che vogliono dare notizia dei primi anni della vita di Gesù, sviluppando elementi dei v. canonici e unendovi elementi apocrifi di origine diversa. Fra questi, il Protovangelo di Giacomo (3°-4° sec.), che ebbe larga fortuna soprattutto nella chiesa orientale, ha fortemente influenzato la devozione mariana e le leggende relative alla giovinezza di Maria e la nascita di Gesù; il V. dell’infanzia di Tommaso (o Fatti dell’infanzia del Signore) narra soprattutto i miracoli di Gesù fra i 2 e i 12 anni. Esistono poi vari v. apocrifi relativi alla passione e resurrezione di Gesù; il più importante il V. di Nicodemo, nato dalla fusione (forse 9° sec.) di due testi molto antichi (forse 2° sec.): gli Atti di Pilato e il Descensus Christi ad Inferos. Vi è infine una vastissima letteratura di testi apocrifi relativi all’assunzione (dormitio o transitus) della Madonna, in varie lingue, tutti intorno al 4° sec.: tra questi i principali sono il Libro di S. Giovanni Evangelista il teologo (4° sec.) e il Libro di Giovanni, arcivescovo di Tessalonica (4° sec.), importante per l’influenza sull’iconografia dell’assunzione.