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Gogh, Vincent van

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Pittore (Groot-Zundert, Brabante, 1853 - Auvers-sur-Oise 1890). La vita di questo grande artista olandese fu tragica come la sua arte. Sembra che fin dall'infanzia avesse una vita psichica inquieta, resa tale anche dal rapporto difficile fra lui e i genitori, che un anno prima della sua nascita avevano perduto un figlio dello stesso nome. La sua vocazione artistica fu tardiva. Impiegato sin dall'età di sedici anni, per raccomandazione di uno zio mercante d'arte, presso A. Goupil, editore e mercante di quadri, prima all'Aia e poi a Londra e a Parigi (1869-76), ebbe una crisi di misticismo che lo spinse a studiare teologia per due anni e a svolgere un periodo di apostolato presso i minatori del Borinage. Nel 1881 decise di dedicarsi alla pittura; e in meno di dieci anni d'intenso lavoro produsse un numero molto rilevante di opere, che operarono una profonda rivoluzione nella cultura artistica europea. Le prime, potenti nel modellato e nell'uniforme tonalità scura, rivelano l'influsso delle aspirazioni umanitarie di J.-F. Millet, che però in lui si fanno ben più profonde e tormentate (I mangiatori di patate, 1885). Nel 1886 si stabilì a Parigi, vide la pittura degli impressionisti e l'arte giapponese e trasformò radicalmente il suo stile. La sua pittura si schiarì, mirò a effetti di luce abbagliante, si servì quasi esclusivamente di colori puri; ma dai temi e dai motivi dell'impressionismo si staccò decisamente, rinunciando a ogni suggestione naturalistica e facendo del colore mezzo dell'espressione immediata, della sua interna passione. Divenuto in seguito amico di P. Gauguin, van G. lavorò con lui ad Arles nel 1888; ma sul finire di quell'anno, colpito da una crisi di agitazione, fu ricoverato nel manicomio di Saint-Rémy. Continuò tuttavia a lavorare, in uno stato di tensione allucinata. Sono di quel periodo oltre ai ritratti dell'Arlésienne, del dott. Gachet, ecc., alcuni tra i suoi più accesi paesaggi e tra le sue più violente pitture di fiori. Dimesso dal manicomio, in una più grave ricaduta del suo male si uccise. Oltre ai molti autoritratti, ritratti, paesaggi, interni e nature morte, in cui all'estrema violenza del colore si associa una tormentosa e quasi allucinata deformazione dell'immagine, van G. lasciò molti disegni e incisioni. Grandissima fu la sua influenza sugli sviluppi dell'arte europea: in Francia sui movimenti post-impressionisti e sui Fauves, in Germania, per l'origine dell'espressionismo. L'arte di van G., come tipica e drammatica espressione del crescente contrasto tra il mondo interno e il mondo esterno, tra spiritualità e realtà oggettiva, è anche da considerarsi come il primo indizio della crisi che portò all'arte di pura espressione, indipendente da ogni funzione rappresentativa. Importantissima, per la comprensione della personalità di van G., la raccolta delle sue lettere al fratello Théo pubblicata nel 1913. In vita van G. vendette un solo quadro; a parte alcuni doni ad amici artisti, tutti gli altri suoi dipinti appartennero al fratello e sono oggi in gran parte conservati ad Amsterdam, nel museo a lui intitolato.

Vedi anche
Paul Gauguin Pittore francese (Parigi 1848 - Dominica, isole Marchesi, 1903). Entrato nel 1868 nella marina militare, visitò la Svezia e, nel 1870, la Danimarca. Di ritorno a Parigi, con alcune felici operazioni di borsa si assicurò un certo agio e incominciò ad acquistare opere degli impressionisti. Nel 1873 si ... impressionismo Corrente artistica sviluppatasi in Francia nel 19° secolo. Arte Il nome i. deriva dall’epiteto, inizialmente usato in senso spregiativo contro i pittori del gruppo, tratto dal titolo di un quadro di C. Monet, Impression: soleil levant (1873, Parigi, Musée Marmottan). Il movimento trova le sue fonti ... ritratto Pittura, scultura o fotografia che ritrae, cioè rappresenta la figura o la fisionomia di una o più persone. Il r. nell’antichità L’arte egizia ebbe un particolare interesse per la riproduzione di tratti individuali, creando così vitali espressioni fisionomiche e tipizzando invece la rappresentazione ... Piet Mondrian Pittore olandese (Amers foort 1872 - New York 1944). Studiò all'Accademia di Amsterdam. Una permanenza nel Brabante (1904-05) lo portò a contatto con la vita dei contadini, e questa esperienza pittoricamente si realizzò nel tentativo di superamento dei modi accademici, con mezzi ispirati, tra l'altro, ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Arti visive
Tag
  • POST-IMPRESSIONISTI
  • ESPRESSIONISMO
  • IMPRESSIONISMO
  • NATURE MORTE
  • MISTICISMO
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  • Van Gogh, Vincent
    Enciclopedia dei ragazzi (2006)
    Stella Bottai Energia e colore Vincent Van Gogh è un pittore oggi molto noto, ma la sua vita fu infelice e travagliata. Partito, a metà dell’Ottocento, dalla brumosa Olanda contadina, Van Gogh si dedica all’arte come a una missione. Dalla pittura francese impara a riempire le sue tele di luce e di ...
  • GOGH, Vincent van
    Enciclopedia Italiana (1933)
    Louis Gillet Pittore, disegnatore e incisore, nato a Zundert (Brabante) il 30 marzo 1853, morto a Auvers-sur-Oise (Oise) il 29 luglio 1890. Per sette anni, prima a L'Aia (1869), poi a Londra (1873-76), fece parte della casa Goupil, una delle più note nel commercio dei quadri, prendendovi il gusto della ...
Vocabolario
van¹
van1 van1 〈van〉. – Primo elemento di cognomi olandesi (Van Dyck, Van Gogh, ecc.) e fiamminghi (Van Opstal, Van Roomen, ecc.), nei quali rappresenta una componente prepositiva con funzione patronimica, matronimica, etnica (come il ted. von...
van²
van2 van2 〈vän〉 s. ingl. [accorciamento di caravan] (pl. vans 〈vän∫〉), usato in ital. al masch. (e pronunciato per lo più 〈van〉). – 1. Tipo di furgone rimorchiabile da autoveicoli, usato per il trasporto di merci e anche di animali. 2....
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