vulva L’insieme degli organi genitali esterni femminili. Nella specie umana, appare come una superficie lievemente rilevata, ovoidale, ad asse sagittale, situata nell’ambito del perineo anteriore. I suoi elementi costitutivi più superficiali sono rappresentati dalle grandi labbra, due grosse pieghe cutanee che, nella linea mediana, delimitano una fessura, detta rima del pudendo. Le grandi labbra ricoprono altre due pliche meno voluminose, le piccole labbra o ninfe, che immettono in una cavità poco profonda (il vestibolo della vagina) su cui sono situati, sulla linea mediana, procedendo in senso postero-anteriore: l’orifizio vaginale, il meato uretrale e la clitoride. L’apparato ghiandolare situato nella parete del vestibolo comprende le ghiandole vestibolari maggiori di C. Bartholin (una per lato), i cui condotti sboccano in prossimità dell’impianto dell’imene. Le grandi labbra con la loro estremità anteriore confluiscono l’una nell’altra in una commissura e si prolungano in una sporgenza posta a ridosso della sinfisi pubica detta monte del pube o monte di Venere; la loro cute è pigmentata e, con la pubertà, si ricopre di peli nella faccia esterna, mentre quella interna è glabra. Le piccole labbra si impiantano sulla faccia interna delle precedenti: la loro estremità anteriore si risolve in due laminette cutanee che prendono rapporti con la clitoride, di cui vengono a formare il prepuzio e il frenulo.
L’intervento di escissione della v. (vulvectomia) è eseguito per la cura delle neoplasie: può essere semplice o locale, limitato cioè all’asportazione delle grandi o piccole labbra o della clitoride, o totale e radicale, esteso all’asportazione del tessuto sottocutaneo e della fascia perineale con i linfonodi. Vulvovaginite Infiammazione della v. e della vagina. I due processi frequentemente coesistono ma in alcuni casi possono sussistere in forma isolata. Nelle bambine si possono osservare, sebbene raramente, forme blenorragiche, per lo più dovute a contagi accidentali con materiale infetto e favorite dalle limitate difese microbiche della vagina infantile. Viceversa, un più basso pH vaginale (tra 4 e 5) ostacola l’attecchimento dei gonococchi nella donna adulta, nella quale il contagio accidentale è improbabile e la vulvovaginite blenorragica si instaura quasi esclusivamente per contagio venereo. Frequentemente, ma non sempre, a trasmissione sessuale sono dovute le vulvovaginiti da Trichomonas vaginalis. Forme infettive non veneree sono le vulvovaginiti da Candida, da Haemophilus vaginalis e quelle dovute alla localizzazione genitale di Herpes simplex. I sintomi consistono soprattutto in bruciori, tumefazione, prurito, perdite vaginali. La diagnosi si fonda sull’esame ginecologico, sul pap test e su altre eventuali ricerche di microscopia.