Abū Māzin (tecnonim. di Maḥmūd 'Abbās). - Uomo politico palestinese (n. Safed, ebr. Tzfat, 1935). Eletto presidente dell'Autorità nazionale palestinese (ANP) nel genn. 2005. Esponente dell'ala moderata di al-Fatàh, del quale fu fra i fondatori nel 1957, entrò nell'OLP nel 1981 ed ebbe una parte di primo piano negli accordi di Oslo (1993). Primo ministro dell'ANP dal marzo al sett. 2003, si dimise per il conflitto con l'allora presidente dell'Autorità, Yasser 'Arafāt, e con le fazioni armate della resistenza palestinese. Tornato alla ribalta alla fine del 2004, dopo la morte di 'Arafāt, fu capo dell'OLP e presidente eletto dell'ANP (genn. 2005), distinguendosi per i costanti appelli alla fine della lotta armata contro Israele e per il sostegno dato ai negoziati di pace, culminati nella conferenza di Annapolis (nov. 2007). La vittoria di Ḥamas nelle elezioni legislative del 2006, e la vera e propria battaglia militare scatenata dai suoi militanti nelle strade di Gaza nell’estate del 2007 per cacciare al-Fatàh dalla Striscia, portava di fatto a una divisione tra la Cisgiordania e Gaza, territorio dove Ḥamas saliva al potere con la violenza non riconoscendo più l’autorità del presidente Abū Māzin. In questo difficile frangente A. M. ha potuto contare sull’appoggio della comunità internazionale e ha ricevuto anche il sostegno di Israele che decideva di versare nelle casse dell’ANP somme ingenti di aiuti umanitari internazionali trattenuti dal governo israeliano dopo la vittoria elettorale di Ḥamas del genn. 2006. Nel maggio 2011 per ricostituire l’unità nazionale dei palestinesi le due organizzazioni hanno firmato al Cairo un accordo di riconciliazione che prevedeva anche lo svolgimento di nuove consultazioni (il mandato di A. M. è scaduto nel 2009). Nel settembre 2011, richiamando l’attenzione della comunità internazionale sul problema palestinese e provocando la collera di Israele, A. M. ha presentato ufficialmente al segretario generale delle Nazioni Unite la richiesta di riconoscimento dello Stato di Palestina entro i confini del 4 giugno 1967 con Gerusalemme capitale. Tale richiesta ha suscitato aspre reazioni da parte del premier israeliano Netanyahu, fermamente ribadite nell'ottobre dello stesso anno quando, con voto plebiscitario dell'Assemblea generale riunita a Parigi, l'UNESCO - prima agenzia ONU a esprimersi in merito a tale richiesta - si è dichiarato a favore dell'adesione dell'ANP come membro a pieno titolo dell'organismo. Un importante avanzamento a favore della causa palestinese è stato raggiunto nel novembre 2012, quando con 138 voti favorevoli (tra cui quello dell'Italia), 9 contrari e 41 astenuti, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto l'ANP come Stato osservatore non membro dell'ONU, condizione che le conferisce legittimità internazionale, permettendole di presentare richiesta di adesione in qualità di Stato membro e di fare ricorso alla Corte penale internazionale.