Processo di adattamento da parte di un essere vivente, animale o vegetale, a un clima e a un ambiente geografico diversi da quello del suo paese d’origine e nel quale è abituato a vivere.
L’uomo, più che qualsiasi altro animale, ha potuto adattarsi a vivere nei climi più vari e ciò è dovuto in primo luogo allo sviluppo delle funzioni neuropsichiche, che hanno permesso ai gruppi umani, anche con mezzi scarsi e primitivi, di rendersi in certa misura indipendenti dall’ambiente, manipolando l’ambiente per creare un minimo di condizioni favorevoli e di difesa, tali da permettere la vita anche in regioni inospitali. L’invenzione del fuoco e l’uso delle vesti aumentarono la possibilità di resistenza. Si parla di a. razziale per indicare il fenomeno per cui il complesso degli individui (e non i singoli) di una certa etnia, dopo l’espansione in nuovi ambienti, ha acquisito caratteristiche ereditarie tali da consentire l’adattamento ad ambienti diversi da quelli di origine. Le variazioni dei caratteri fisici che sono risultati favorevoli ai nuovi climi si sono mantenute e tramandate, portando alla formazione di nuovi popoli.
L’a. biologica comporta spesso modificazioni fisiologiche o morfologiche, che in genere sono più profonde nei vegetali che negli animali. Le specie animali e vegetali si distinguono, dal punto di vista delle loro capacità di a., in euricore e stenocore: le prime sono poco sensibili alle differenze dei fattori climatici e hanno perciò la possibilità di diventare cosmopolite, le altre non possono tollerare tali differenze e rimangono perciò più localizzate. Molti animali selvatici si acclimatano bene in regioni diverse dalle proprie, purché le condizioni ambientali siano analoghe: così starne, fagiani e passeri nell’America Settentrionale ecc. L’introduzione di animali o piante in una regione nuova, in cui si acclimatano bene e non trovano nemici naturali, comporta spesso un incontrollato aumento di numero della specie introdotta, con gravi danni, come nel caso del coniglio in Australia, del pesce gatto, introdotto dall’America Settentrionale in Europa, e di molti parassiti di piante coltivate, come la fillossera, la dorifora delle patate ecc.