Nell’antichità classica, canto eseguito da due voci tra loro in ottava o anche l’uso di due motivi di cui il secondo attaccava all’ottava della base (o, ancora, il pezzo musicale in cui entrava tale intervallo).
Nella liturgia cristiana, breve frase recitata o cantata prima e dopo il salmo e talvolta tra i versetti di esso. Le parole sono in genere derivate dal salmo per cui è usata o da altro testo biblico. La salmodia antifonale propriamente detta ebbe origine ad Antiochia a metà del 4° sec.; s. Giovanni Crisostomo l’introdusse a Costantinopoli,s. Ambrogio a Milano, mentre a Roma fu introdotta sotto Papa Damaso. Nel sec. 6° si ridusse al principio e alla fine del salmo; nella messa, all’offertorio e alla comunione, soppresso il salmo, è rimasta la sola antifona.
Il libro in cui sono raccolte le a. è detto antifonario. La sua origine è fatta risalire a s. Gregorio Magno, sebbene alla sua formazione contribuissero vari altri papi, tra cui Bonifacio IV, Gregorio II e Adriano. Dopo il concilio di Trento, Pio V ne ordinò una revisione e Gregorio XIII ne diede l’incarico a G. Pierluigi da Palestrina e ad A. Zoilo.