Particolare aerodina (➔) senza propulsore proprio, detta anche cervo volante, vincolata a terra con un cavo di ritenuta e sostenuta dall’azione del vento o da una corrente d’aria generata dal trascinamento dell’a. da parte di un veicolo di superficie o di un natante. L’a. è costituito generalmente da una struttura di forma varia e in materiale leggero (telaio), ricoperta di carta, plastica o tela (velatura). Il sostentamento è assicurato dall’equilibrio tra la forza aerodinamica, il peso proprio e la trazione del cavo di ritenuta (v. fig.).
Nella sua forma più semplice (con superficie piana romboidale, rettangolare ecc.) l’a. risale a epoche remote: è infatti noto come oggetto sportivo o ricreativo a molti popoli dell’Estremo Oriente (Giappone, Corea, Cina, India), con leggende e superstizioni a esso legate; in Occidente l’a. è giunto intorno al Seicento importato da mercanti olandesi. In un famoso esperimento del 1752, B. Franklin, utilizzando un a., fatto alzare in volo durante un violento temporale, dimostrò la natura elettrica del fulmine. Nel 1894 L. Hargrave, con un treno di a. cellulari da lui stesso ideati nel 1893, si sollevò dal suolo di circa 5 metri. L’invenzione degli a. plexikite e parafoil ha portato allo sviluppo sia del deltaplano sia dell’a. quale mezzo sportivo per il volo dell’uomo.
In marina, si chiama a. (o divergente, o sentinella sottomarina) una tavola di forma speciale da rimorchiare in profondità che viene utilizzata per rimorchiare alcune reti, certe torpedini o anche speciali scandagli.