Fune (di solito di grossa sezione), spesso metallica; anche tubo o guaina tubiforme.
C. di guida (o c. moderatore o ammortizzatore) Lungo e pesante c. che viene lasciato pendere dalla navicella di un aerostato in modo che si adagi sul suolo per un tratto più o meno lungo; svolge la funzione di stabilizzare la quota dell’aerostato: se l’aerostato sale, parte del c. sul suolo si alza e il suo peso tende a ostacolare un ulteriore innalzamento; se l’aerostato scende, diminuisce invece il tratto di c. sospeso, e l’aerostato viene sgravato. Esso, inoltre, strisciando sul suolo determina un attrito che ostacola il moto orizzontale dell’aerostato.
C. di incidenza C. metallici che hanno il compito di mantenere un dato calettamento delle ali di una cellula biplana rispetto alla fusoliera.
C. di lancio C. elastici destinati al lancio degli alianti per l’inizio del volo.
C. ombelicale C. attraverso il quale passano i condotti di rifornimento e di controllo di un missile mentre è sulla rampa di lancio e che viene staccato poco prima del lancio stesso.
C. di vincolo Cordicella del paracadute che viene fissata all’aeromobile e che, in caso di lancio, ha la funzione di provocare l’apertura del paracadute.
Conduttori filiformi o comunque di forma molto allungata, talora costituiti anche da più elementi, nudi oppure rivestiti di materiale isolante e coperti, quando occorra, da un rivestimento protettivo contro azioni esterne, meccaniche o chimiche. Dal punto di vista dell’impiego, si distinguono c. per il trasporto di energia (per forza motrice, illuminazione, elettrochimica ecc.) e c. per telecomunicazioni. A seconda del numero dei conduttori componenti, o meglio dei circuiti indipendenti che il c. può realizzare, si parla di c. unipolari, bipolari, tripolari ecc. (genericamente: multipolari); a seconda poi che il c. realizzi una linea elettrica aerea, sotterranea o sottomarina, si parla di c. aereo, sotterraneo o sottomarino.
C. per il trasporto di energia. - Possono essere suddivisi a seconda del tipo di materiale isolante impiegato. I c. isolati con carta impregnata sono usati negli impianti a media e alta tensione; sono sempre rivestiti da un tubo di piombo, applicato per estrusione mediante presse idrauliche con fortissime pressioni, in modo da garantire una perfetta ermeticità (c. sottopiombo) e servono solo per posa fissa. La posa è generalmente sotto terra, o direttamente o dentro cassette o canalette, oppure anche dentro tubazioni. I c. sotterranei (salvo quelli in tubazione) hanno quasi sempre sul tubo di piombo un’armatura costituita da due nastri di ferro avvolti a elica tra due strati di iuta bitumata; l’armatura è invece costituita da fili di ferro o acciaio quando si vuol conferire al c. una forte resistenza meccanica, in particolare alla trazione (c. armato), come è il caso dei c. per posa subacquea. Negli impianti ad alta e altissima tensione si usa il c. a olio fluido, nel quale si mantiene bassa la temperatura dei conduttori facendo circolare all’interno del c. fluidi refrigeranti a temperatura controllata.
In molti impianti a bassa e a media tensione, i c. isolati con gomma o resine sintetiche termoplastiche (polivinile, polietilene) sostituiscono i c. isolati con carta impregnata, per la maggiore facilità di installazione e connessione. Questi c. sono utilizzati per la distribuzione dell’energia elettrica nelle città, all’interno degli stabilimenti, delle case, a bordo delle navi o su autoveicoli. Nelle reti di distribuzione a bassa tensione con posa aerea si impiegano c. unipolari con conduttori di alluminio, isolati con polietilene reticolato, nei quali il neutro, in lega di alluminio, ha anche la funzione di organo portante. Per le maggiori tensioni l’isolamento più diffuso è il polietilene reticolato (XLPE, cross-linked polyethylene); per tensioni inferiori è più impiegata una gomma a base di etilene-propilene (EPR).
Negli impianti utilizzatori hanno avuto maggior importanza e sviluppo i c. non propaganti la fiamma, nei quali l’isolamento in materiali plastici contiene dei componenti tali da impedire l’autosostentamento e la propagazione della combustione anche se investiti da una fiamma e in disposizione verticale; opportune prove effettuate secondo rigide modalità stabilite da norme internazionali (IEC, International Electrotechnical Commission) danno la garanzia del comportamento del cavo. Altri c., molto più costosi e meno diffusi, possono continuare a funzionare anche in presenza di un incendio e sono utilizzati per alimentare i servizi di emergenza; tra questi grande affidabilità è data dai c. con isolamento minerale (polveri di ossido di magnesio), aventi una protezione esterna in rame estruso collegato a terra e denominati commercialmente pyrotenax.
Sono in fase di sperimentazione c. criogenici, ovvero c. mantenuti a bassissima temperatura al fine di ridurre le perdite per effetto Joule, particolarmente interessanti per le alte tensioni ed elevatissime correnti; alcuni di questi c. utilizzano materiali superconduttori, altri, i cosiddetti c. crioresistivi, funzionano alla temperatura dell’azoto liquido, dando luogo a perdite drasticamente ridotte rispetto a quelle che avrebbero a temperatura ambiente.
A seconda delle modalità di impiego i c. si distinguono in c. per posa fissa e c. per collegamenti di apparecchi mobili. I c. impiegati nei collegamenti mobili debbono essere flessibili, hanno isolamento di gomma e sono rivestiti da una guaina di resina sintetica (c. sotto guaina) o da trecce tessili, generalmente non verniciate, eventualmente rinforzate con fili di acciaio (c. sotto treccia), fra essi sono da annoverare i cosiddetti cordoncini.
Tutti i c. finora descritti hanno i conduttori costituiti da rame elettrolitico ricotto o da alluminio; l’impiego di quest’ultimo materiale si è andato sempre più estendendo a causa del minore peso e soprattutto del minore costo. Ogni conduttore è un filo o una corda: le corde normali sono formate da più strati concentrici di fili avvolti a elica lunga; quelle molto flessibili (per collegamenti di apparecchi mobili) sono formate da cordette elementari (dette trefoli) costituite a loro volta da fili di rame di piccolo diametro (qualche decimo di millimetro). I c. per energia hanno la sezione dei conduttori proporzionata all’intensità di corrente che devono trasportare e lo spessore isolante proporzionale alla tensione che devono sopportare in esercizio normale. L’intensità di corrente ammissibile (portata del c.) trova un limite nel riscaldamento per effetto Joule, giacché la temperatura del c. non deve superare i limiti imposti dalle norme; per tensioni superiori a 60-70 kV è molto diffuso il sistema di isolare i conduttori con olio o con gas in pressione.
C. per telecomunicazioni. - Sono impiegati per la trasmissione a distanza di segnali elettrici, quindi devono rispondere a particolari caratteristiche per quanto riguarda sia l’attenuazione e la distorsione introdotta dalla linea (➔), sia i fenomeni di diafonia con linee adiacenti. I c. telefonici possono essere suddivisi in base alle caratteristiche strutturali (c. a coppie, coassiali e misti), all’impiego (c. urbani e interurbani), al mezzo in cui sono posti (c. interrati, aerei e sottomarini) o al tipo di segnale che devono trasmettere (c. di frequenze foniche e per radiofrequenze). L’unità costitutiva dei c. urbani, usati per collegare gli utenti con le centrali, è la coppia, formata da due conduttori filiformi in rame, singolarmente isolati in carta e nastrati (c. Patterson), cordati a elica. L’insieme di due coppie (bicoppia), cordate tra loro contemporaneamente (bicoppia a stella o quarta) o separatamente usando passi diversi (bicoppia Dieselhorst-Martin), consente di realizzare tre vie simultanee di trasmissione utilizzando anche il circuito virtuale che si viene a formare tra i due circuiti reali. Quando possibile, per evidenti motivi economici, il c. telefonico è formato da numerose coppie e bicoppie, suddivise in più strati concentrici avvolti alternativamente in un verso e nell’altro ovvero riuniti a gruppi in modo vario. Guaine protettive esterne in materiale termoplastico (PVC) e in piombo conferiscono al sistema la sufficiente robustezza, l’isolamento contro l’umidità e lo schermaggio dei conduttori dai disturbi provenienti dall’esterno.
In tutte le applicazioni in cui interessi trasferire segnali elettrici in alta frequenza (come, per es., nei sistemi di trasmissione telefonica a divisione di frequenza o nei sistemi di trasmissione di dati a elevata capacità) trova impiego il c. coassiale, costituito da un conduttore tubolare esterno, eventualmente armato, nel cui interno è disposto un conduttore filiforme a esso coassiale; l’isolamento fra i due e la corretta posizione reciproca sono ottenuti mediante l’interposizione di un dielettrico solido continuo ovvero con eliche o dischi regolarmente spaziati, in materiale isolante. Il c. coassiale è caratterizzato da bassa irradiazione e da una attenuazione molto inferiore a quelle degli altri tipi di cavo. Pertanto, è utilizzato fino a frequenze di parecchie centinaia di MHz. Nel campo delle microonde, e cioè per frequenze sopra al GHz, è usato raramente a causa della attenuazione che risulta superiore rispetto a quella ottenibile con più idonei mezzi trasmissivi (per es., guide d’onda).
In molte applicazioni i collegamenti in c. coassiale sono sostituiti da quelli in fibra ottica (➔ fibra). Contrariamente ai c. classici, che utilizzano conduttori metallici e i relativi isolamenti, nei c. a fibre ottiche, o brevemente c. ottici, la trasmissione è completamente localizzata dentro la fibra ed è assolutamente insensibile alle perturbazioni elettromagnetiche esterne. La struttura che circonda le fibre deve pertanto assicurare solamente la necessaria protezione meccanica e ambientale alle fibre stesse. La fibra ottica, ricoperta dalla protezione primaria, è molto resistente ed estremamente flessibile, ma non sopporta sollecitazioni meccaniche applicate per tempi lunghi: l’applicazione continua di una sollecitazione, specialmente a trazione, provoca infatti un accrescimento graduale della profondità delle abrasioni superficiali della fibra, fenomeno che viene esaltato dall’eventuale presenza di umidità al di sotto della protezione primaria.
A seconda del materiale di cui sono fatti si distinguono: c. di fibre vegetali (lino, iuta, pita, sparto, manila e canapa), naturali o catramati; c. di cuoio; c. di fili metallici (ferro, acciaio, rame); c. di fibre sintetiche. I c. hanno poi diversi nomi a seconda della loro costituzione (c. piani, se di tre o quattro legnoli; c. torticci, se di tre o quattro c. piani), del loro impiego (gomene, se per ancore; gherlini, se per ormeggio o rimorchio ecc.). I c. piccoli si dicono minutenze (per es., spago, lezzino, comando, merlino, sagola, ecc). L’impiego dei c. richiede speciali mezzi di collegamento (nodi, impiombature, legature ecc.), particolari ferramenta (redance, ganci, maniglie, bozzelli, arridatoi ecc.).
C. pilota Sistema di sicurezza per la navigazione marittima guidata all’ingresso di porti o nei canali. È costituito da un c. percorso da corrente alternata, immerso sul fondo del canale lungo la rotta da seguire; il campo elettromagnetico che esso produce intorno a sé influenza variamente gli apparecchi ricevitori installati a bordo secondo la posizione della nave rispetto al cavo.