Tipo di naviglio atto a navigare e ad agire esclusivamente sott’acqua. Nell’uso comune il termine è spesso, anche se impropriamente, usato come sinonimo di sommergibile, che invece, a rigore, è un naviglio capace di operare sia in immersione sia in superficie.
Dai primi del 20° sec. lo sviluppo del s. si identifica con quello del sommergibile. Si passò al doppio scafo e alla doppia propulsione, vennero introdotti tutti i possibili miglioramenti consentiti dal progresso tecnico (➔ sommergibile), ma permanevano pur sempre le limitazioni che imponevano la necessità di portarsi in superficie per periodi più o meno lunghi e impedivano quindi la realizzazione di un mezzo subacqueo propriamente definibile come sottomarino. L’approssimazione concettuale massima verso tale mezzo è stata resa possibile dal passaggio alla propulsione con energia nucleare. Il reattore nucleare, infatti, senza bisogno di ossigeno, genera calore direttamente utilizzabile da impianti motori a vapore installabili anche a bordo di mezzi subacquei.
La nuova epoca del s. ha avuto inizio con un battello americano, battezzato Nautilus, entrato in servizio nel 1954, il cui apparato motore era costituito da un reattore nucleare ad acqua pressurizzata e due turboriduttori (potenza 11 MW, su 2 assi). Però le turbine, vantaggiose per la grande potenza e il limitato ingombro, dato il loro elevato numero di giri, richiedono l’interposizione di un riduttore che provoca notevole generazione di rumore. Poiché il silenziamento costituisce uno dei requisiti più importanti sotto l’aspetto operativo del s. (possibilità di non essere individuato dagli apparati elettroacustici di altre unità navali o dalle boe idrofoniche), lo schema di propulsione è stato modificato provvedendo ad azionare gruppi di turboalternatori (anziché turboriduttori). L’energia elettrica così prodotta alimenta uno o più motori elettrici di propulsione direttamente accoppiati con l’elica. I reattori adottati da tutte le marine che dispongono di s. nucleari sono di tipo PWR (➔). Le velocità in immersione consentite dagli apparati motori nucleari hanno portato a cambiare la forma dello scafo, adottando quella di migliore penetrazione detta a goccia (v. fig.). Anche i timoni di profondità (timoni orizzontali) sono stati spostati da prua e poppa (dove li avevano i sommergibili) ai lati della torretta; un solo timoniere governa ora il mezzo, che si comporta quasi come un aereo, sia nei movimenti in quota sia nelle accostate. Dal punto di vista operativo, in tutte le marine che ne dispongono, i s. nucleari si sono sviluppati in due distinte categorie, s. d’attacco e s. lanciamissili balistici. Esistono particolari tipi di s., detti comunemente ROV (remotely operated vehicle), di ridotte dimensioni, privi di equipaggio, telecomandati o filoguidati e provvisti di telecamere, usati sia per scopi militari (ispezioni subacquee e distruzione di mine) come gli italiani Pluto e Min, sia per esplorazioni subacquee.