Stratego della Lega achea (275 circa - 213 a. C.). Divenne stratego della lega per la prima volta nel 245, e da allora lo fu ad anni alterni quasi sempre, legando la propria esistenza agli interessi dell'alleanza achea. Dapprima teso a una politica avversa alla Macedonia, finì col diventarne alleato quando si trattò di contrapporsi agli spartani.
Ucciso il padre suo Clinia, mentre egli era ancora bambino, A. fu educato in Argo, donde (251 circa) tornò a liberare dalla tirannia di Nicocle la sua patria, facendola accedere alla Lega achea di cui venne eletto stratego la prima volta nel 245-44. Inteso a ingrandire la Lega, di cui fu stratego quasi sempre ad anni alterni, e ostile specialmente alla Macedonia, nel 243 ne prese con un colpo di mano l'alleata più importante nel Peloponneso, Corinto, e nel 241 sconfisse a Pellene in Acaia gli Etoli che si erano alleati ai Macedoni. Ma morto nel 239 Antigono Gonata di Macedonia, tale alleanza si ruppe e Arato fece sì che all'Etolia si unisse contro la Macedonia la Lega achea, alla quale vennero ad aggregarsi varie città dell'Arcadia. Di queste poi restò annessa Megalopoli (235), mentre le altre rimanevano agli Etoli. Nel 229 A. ottenne l'annessione di Argo alla Lega. Quando poi Cleomene III, re di Sparta, tolse nuovamente i comuni arcadici agli Etoli e questi abbandonarono l'alleanza degli Achei, si venne alla guerra (227). A. fu pienamente sconfitto a Dime in Acaia (autunno del 226). Allora decise di appoggiarsi ai Macedoni e inviò il proprio figlio come ambasciatore ad Antigono Dosone che scese nel Peloponneso e sconfisse Cleomene a Sellasia (222) con una vittoria che, suggellando l'alleanza dei Macedoni e degli Achei, portò a una simmachia cui parteciparono anche Tessali, Epiroti, Acarnani, Beoti e Focesi. Ma dopo l'avvento al trono di Macedonia di Filippo V (221), Arato perse d'importanza e si ridusse a tutelare, con crescente insuccesso, gl'interessi achei nell'orbita della simmachia, finché morì in dissidio con Filippo.