Paleografo e storico della scrittura italiano (Roma 1932 - Pisa 2018), figlio di Alfredo. Membro dell'Académie Royale de Belgique, storico della scrittura latina, gli interessi principali di P. riguardano la storia della scrittura e del libro, la storia dell'alfabetismo, delle biblioteche e dell'erudizione. Numerosi i suoi contributi strettamente scientifici, a cui si accompagnano quelli di carattere maggiormente divulgativo.
Archivista, conservatore dei manoscritti presso la Biblioteca dell'Accademia nazionale dei Lincei e presso la Biblioteca Corsiniana di Roma (1956-72), poi prof. di paleografia e diplomatica nelle univ. di Salerno (1972-74) e La Sapienza di Roma (1974-91) e dal 1991 alla Scuola normale superiore di Pisa; redattore e poi collaboratore dell'Istituto della Enciclopedia Italiana; fondatore (1977) e direttore della rivista Scrittura e civiltà.
Partito da ricerche di paleografia tradizionale, ha esteso via via il proprio campo d'indagine a tutti i prodotti scritti, senza limiti cronologici; coerentemente con il suo orientamento marxista, ha privilegiato lo studio della funzione e diffusione sociale della scrittura, della scrittura delle classi subalterne, della scrittura come indizio, nella sincrona varietà delle sue forme, dei vari livelli di alfabetizzazione presenti in una data società e in una data epoca (Scrittura e popolo nella Roma barocca, 1982; Scrivere e no, 1987; Scriptores in urbibus, con C. Romeo, 1992). Notevoli i suoi studi su scritture personali (La scrittura di Francesco Petrarca, 1967) e, per la loro originalità, le sue ricerche sulle scritture epigrafiche ed «esposte» (La scrittura. Ideologia e rappresentazione, 1986; Le scritture ultime, 1995). Tra gli altri scritti: La descrizione del manoscritto. Storia, problemi, modelli (1984); Medioevo da leggere. Guida allo studio delle testimonianze scritte del Medioevo italiano (1992); Prima lezione di paleografia (2002) e Scrivere lettere: una storia plurimillenaria (2008); Scritti civili (post., 2020).