In fisiologia animale, assunzione e utilizzazione da parte delle cellule viventi delle sostanze nutritive presenti nei liquidi biologici circolanti. Le sostanze assorbite vengono utilizzate e in parte trasformate dalle cellule, più o meno velocemente a seconda che più o meno intensa sia la loro attività funzionale, fornendo a esse il materiale plastico e l’energia occorrente per la loro attività specifica.
In fisiologia vegetale, l’insieme dei processi di sintesi del metabolismo anabolico, suddiviso in 2 fasi: organicazione e organizzazione. La fase di organicazione, consiste nell’assunzione di sostanze nutritive inorganiche e nella loro conversione in sostanze organiche dette assimilati (per es. gli zuccheri). È detto assimilatore il tessuto in cui le sostanze nutritive inorganiche vengono organicate; per es., il tessuto a palizzata di molte foglie, provvisto di clorofilla, nelle cui cellule avviene l’a. o, più correttamente, l’organicazione del carbonio. La fase di organizzazione consiste invece nella rielaborazione (a. propriamente detta) dei composti organici, i quali divengono parte integrante del protoplasma vivente. L’a. è una proprietà essenziale della materia viva ed è un’attività tipicamente endocellulare, collegata alle sequenze di reazioni metaboliche dalle quali si sviluppa, in forma di ATP (➔adenosintrifosfato), l’energia necessaria alle sintesi organiche. Le vie dell’a. sono diverse negli organismi autotrofi e in quelli eterotrofi. Gli organismi autotrofi compiono sia l’organicazione delle sostanze nutritive inorganiche sia l’organizzazione biologica delle sostanze organiche risultanti; gli organismi eterotrofi compiono soltanto l’organizzazione.
In genetica, fenomeno (detto anche a. di Waddington) per cui, in risposta a un determinato stimolo ambientale, vengono favoriti gli organismi che, per costituzione genotipica, sono in grado di rispondere più prontamente allo stimolo stesso. L’a. avviene per un meccanismo genetico di tipo neo-darwiniano. C.H. Waddington ha dimostrato attraverso esperimenti effettuati in Drosophila melanogaster che si tratta sempre di selezione di una o più mutazioni le quali si trovano peraltro a essere già presenti nel genotipo della popolazione.
In petrografia, l’a. magmatica è l’insieme dei processi di soluzione, rifusione, reazione, conducenti alla digestione più o meno completa di masse litoidi a opera di magmi che vengano a contatto con esse. Derivano da tali processi modificazioni di varia entità, sia nel chimismo del magma stesso, con conseguenti mutamenti nell’andamento della cristallizzazione frazionata, sia nella composizione mineralogica e chimica delle rocce incassanti. Nelle zone più profonde della crosta terrestre, in ambientazioni metamorfiche molto avanzate, l’a., comportando fenomeni di diffusione, reazione e digestione dimensionalmente molto estesi, si confonde con l’ultrametamorfismo (➔ metamorfismo).
In fonologia, processo per cui un fonema consonantico o vocalico si adatta o diviene identico a un altro. Nel primo caso, si ha a. parziale, cioè solo nel modo o nel luogo dell’articolazione: per es. una consonante sonora che diviene sorda vicino ad altra sorda (lat. iunctus da *iung-tos); una nasale dentale che diviene labiale vicino a occlusiva labiale (it. imb... da in-b...). Nel secondo, si ha a. totale, cioè nel modo e nel luogo (it. pipistrello per vipistrello).
Modello sociologico, nato nel contesto della colonizzazione ed esteso all’ambito dei flussi migratori contemporanei, per il quale gli immigrati, al fine di ottenere la cittadinanza, rinunciano alla propria cultura di origine, alle proprie tradizioni e ai propri costumi, per accettare incondizionatamente i valori e le norme della nuova nazione in cui si trovano a vivere. Tale processo di fusione, che porta alla cancellazione delle differenze, pur riferendosi ai principi dell’universalismo culturale, di fatto si concretizza con modalità etnocentriche (➔ acculturazione).