Mutamento della cultura e dei costumi di un popolo in seguito a contatti con un altro popolo o altri popoli. Il termine, reso corrente dagli antropologi statunitensi verso la fine del 19° sec. specialmente in rapporto ai mutamenti culturali degli Indiani d’America a contatto con le civiltà europee, si riferisce a ogni sorta di mutamenti di usanze, costumi, tecnologie, riti, credenze ecc., che abbiano origine in una cultura non per cause interne a essa, bensì per l’influenza di culture diverse.
L’a. si attua in vari modi: a) incorporazione di elementi culturali estranei da parte di un popolo tramite rapporti con un popolo vicino; b) assimilazione forzata di una cultura da parte di un’altra, tramite la conquista violenta e il dominio politico; c) assimilazione per immigrazione. Si possono altresì far rientrare nell’a. i fenomeni di fusione o semplice mescolanza di elementi culturali diversi, che danno luogo talvolta a una nuova cultura originale; anche i movimenti migratori interni a una stessa nazione possono dar luogo a forme di a. che interessano culture regionali o subculture. Il termine a. e i suoi derivati restano quindi ambigui; non di rado, infatti, il termine è usato: a) come sinonimo di inculturazione, che tende a designare l’interiorizzazione dei valori e delle norme della propria cultura durante il processo di socializzazione; b) come adattamento dell’individuo entrato a far parte di un gruppo diverso da quello in cui era stato socializzato; c) come risultato dell’influenza di un’autorità centralizzata, ovvero di una comunità urbana, su gruppi rurali isolati.
I primi studi sul contatto culturale, e quindi sull’a., condotti da antropologi nordamericani (W.J. McGee, J. W. Powell) rivelano un tendenziale etnocentrismo, del quale si prese coscienza a partire dal 1930 con un gran numero di studi sul campo che portarono a un approfondimento concettuale. L’attenzione si concentrò sul mutamento culturale nei più svariati contesti, in vista della determinazione delle condizioni di contatto che favoriscono e ostacolano il mutamento stesso. Si sono quindi distinti diversi tipi di situazioni di a. in base a variabili come le dimensioni dei gruppi coinvolti nel processo, il loro atteggiamento reciproco, la rispettiva posizione gerarchica, il grado di congruenza fra i rispettivi costumi. In seguito, A.I. Hallowell e G. Spindler hanno individuato precise relazioni fra i cambiamenti nella struttura della personalità individuale e i mutamenti culturali. Dopo la Seconda guerra mondiale, gli strumenti concettuali e i reperti empirici degli studi sull’a. sono stati largamente utilizzati nel campo della cosiddetta ‘antropologia applicata’, mirante a suggerire le tecniche del mutamento culturale pianificato in società coloniali e/o sottosviluppate. Si sono quindi definiti livelli di a., che vanno dall’estremo dell’assimilazione a forme di iperadattamento e iperconformismo nei riguardi della cultura estranea, a cambiamenti culturali parziali, funzionali alle esigenze dello sviluppo socioeconomico.