Aberrazione di un sistema ottico in conseguenza della quale l’immagine di un punto appare più o meno allungata e, comunque, non puntiforme. L’occhio presenta a. quando la superficie della cornea non ha la stessa curvatura sulle diverse sezioni meridiane. Generalmente le sezioni di curvatura massima e minima sono, approssimativamente, quella orizzontale e quella verticale: si ha a. diretto o a. inverso a seconda che nella sezione verticale la curvatura sia massima o minima; a. regolare o a. irregolare a seconda che la curvatura vari o no in modo uniforme da un meridiano all’altro. L’a., che può essere acquisito quando s’instaura per malattie della cornea, si corregge con occhiali a lenti cilindriche.
Una valutazione qualitativa dell’a. si effettua con il quadrante di a. (v. fig.): un occhio astigmatico, a causa della diversa curvatura della superficie corneale nelle sue varie sezioni, guardando il quadrante non riuscirà a vederne ugualmente nitide tutte le linee; a causa dei continui rapidi e involontari cambiamenti dell’accomodazione, non vedrà sempre chiare alcune linee e confuse altre, ma ora chiare le une ora chiare le altre, ciò che appunto denuncia l’a. (un certo grado del quale è fisiologico). La misurazione esatta dell’a. dell’occhio si effettua mediante l’astigmometro, strumento ottico ideato da H.L.F. Helmholtz, perfezionato poi da L.E. Javal e H. Schiötz e detto anche oftalmometro.