Elemento chimico scoperto nel 1600 da V. Cascariolo; ha simbolo Ba, numero atomico 56, peso atomico 137,36; sono noti 8 isotopi di pesi atomici 130, 132, 133, 134, 135, 136, 137, 138. Metallo, di densità 3,74 g/cm3, tenero, di lucentezza argentea, che fonde a 850 °C. Non si trova libero in natura per la sua elevata reattività, ma sono abbastanza diffusi i suoi minerali (baritina, witherite); si ottiene per lo più per riduzione sotto vuoto a 1100-1200 °C dell’ossido a mezzo di silicio o di alluminio; ormai in disuso il metodo di produzione di b. e di leghe di b. tramite elettrolisi del cloruro fuso. L’impiego più comune del b. e delle sue leghe è come assorbente metallico (getter) in tubi elettronici. Chimicamente il b. è simile agli altri metalli alcalino-terrosi (calcio e stronzio), si comporta da bivalente e forma sali di cui alcuni facilmente ed altri pochissimo solubili.
Tra i composti, l’ossido di b. (BaO) è una polvere bianca che si ottiene scaldando al forno elettrico carbonato di b. in presenza di carbone; si usa per la preparazione di altri composti del b. (idrato e perossido) e di alcuni tipi di vetro. L’ossido si scioglie facilmente in acqua calda dando l’idrato di b. (Ba (OH)2), che si prepara anche per idrolisi del solfuro e si impiega nell’industria ceramica e in quella zuccheriera (baritazione).
Il perossido di b. (BaO2) si forma riscaldando l’ossido in corrente d’aria a circa 500 °C secondo la reazione:
2BaO + O2 ⇄ 2BaO2.
La reazione è reversibile e a 700 °C sviluppa ossigeno: in passato veniva sfruttata industrialmente per tale scopo. Il perossido di b. trattato con acido fornisce acqua ossigenata. Viene inoltre usato come mezzo sbiancante (per paglia, per tessili) e nell’alluminotermia.
Tra i sali non ossigenati, il cloruro di b. (BaCl2) è una polvere cristallina bianca, solubile, usata per preparare solfato di b. precipitato finemente suddiviso (da impiegare in fotografia), come ingrediente per bagni fusi, per trattamenti termici degli acciai, come reattivo nell’analisi chimica.
Tra i sali ossigenati, il carbonato di b. (BaCO3) si trova in natura (witherite) e si ottiene anche per precipitazione da un sale solubile di b. con un carbonato solubile o con anidride carbonica: polvere bianca, insolubile in acqua, che si usa nella fabbricazione di vetri, nell’industria ceramica e in quella degli smalti.
Il manganato di b. (BaMnO4) è impiegato come pigmento nella pittura a fresco in sostituzione del verde di Scheele, assai più velenoso.
Il solfato di b. (BaSO4) si trova in natura (➔ baritina), ma si ottiene anche come sottoprodotto di certe industrie (per es., in quella dell’acqua ossigenata) o si prepara per azione di solfato di sodio sul cloruro di bario. È una polvere bianca, praticamente insolubile in acqua, che si usa come pigmento bianco, da solo (sotto il nome di bianco fisso) o in miscela con il solfuro di zinco ( litopone), come carica per carta (➔), cartoni, gomma. Somministrato per bocca ( pasto di b. o pasto opaco) o per clisma in sospensione acquosa (clisma opaco) rappresenta il mezzo di contrasto di uso corrente nell’esame radiologico del tubo digerente. Residui in forma solida di solfato di bario nel tubo digerente ( barioliti) possono causare disturbi di varia entità a seconda del loro volume e della sede di formazione.