Disciplina sportiva invernale, nella quale si utilizza l’omonima slitta su apposite piste di ghiaccio o di neve ghiacciata.
Affermatosi in Svizzera già alla fine dell’Ottocento, il b. si è diffuso in Italia a partire dagli anni 1930. L’attività del b. è promossa e regolata, in Italia, dalla Federazione Italiana Sport Invernali (FISI), a livello internazionale dalla Fédération Internationale de Bobsleigh et de Tobogganing (FIBT).
La slitta attuale è composta da un telaio in lega di ferro e carbonio su due coppie di pattini di acciaio o titanio, posti alla distanza di 67 cm uno dall’altro. La coppia anteriore è mobile, quella posteriore è fissa. I pattini hanno uno spessore minimo di 4 mm per il b. a due, di 6 mm per il b. a quattro. La copertura (l’abitacolo per l’equipaggio) è costituita da una carenatura a forma aerodinamica rotondeggiante, in lega di fibra di vetro o kevlar-carb, con lunghezza massima di 270 cm per il b. a due, di 380 cm per il b. a quattro. Il peso è fissato, compresi equipaggio e zavorra, a 390 kg per il b. a due, a 630 kg per il b. a quattro. Il veicolo viene guidato da maniglie collegate a un sistema di leve molto semplice. Il freno è un pettine di sette denti d’acciaio, azionato a sua volta da leve. La pista deve essere lunga almeno 1500 m, con un certo numero di curve. Per regolamento i componenti dell’equipaggio devono stare sempre seduti. Capo equipaggio è il pilota che guida la slitta, il frenatore è sistemato in coda al b. (fig.). Sulla pista non vi devono essere mai due equipaggi impegnati nello stesso tempo.
Gli atleti azzurri hanno ottenuto buone affermazioni a livello internazionale: oltre a numerosi titoli mondiali, l’Italia ha conquistato l’oro nel b. a due ai Giochi invernali di Cortina d’Ampezzo (1956), l’oro a quelli di Grenoble (1968) nel b. a due e nel b. a quattro, e ancora l’oro nel b. a due alle Olimpiadi invernali di Nagano (1998). Il miglior atleta azzurro è stato E. Monti (➔).