Ufficio addetto alla redazione e al rilascio di documenti sovrani. È un’istituzione risalente alle grandi monarchie orientali (Egizi, Ittiti, Babilonesi ecc.), che continua nei regni ellenistici. La c. dei Romani raggiunse una perfetta organizzazione in età giulio-claudia quando era costituita da quattro uffici (ab epistulis, a libellis, a cognitionibus, a studiis); nel Basso Impero l’intera c. era sotto la direzione del magister officiorum, carica conservata anche a Bisanzio, dove la c. venne divisa in quattro sezioni affidate a collegi di notarii e referendarii. Le c. dei regni romano-barbarici mantennero sostanzialmente l’organizzazione romano-bizantina, anche se semplificata.
Nel Medioevo la c. era costituita di solito da dictatores che preparavano o dettavano il testo dei documenti e ingrossatores che stendevano in bella copia gli originali. Sotto i Merovingi, accanto ai funzionari che scrivevano il diploma vi erano quelli che l’autenticavano in virtù della loro autorità. Con i Carolingi inizia il predominio degli ecclesiastici e con essi l’autenticazione del diploma da parte di un funzionario, che nell’817 diventa capo effettivo della cancelleria. Dall’età di Lodovico II (9° sec.) la c. fu territorialmente divisa: una per la Francia orientale, una per quella occidentale e la c. imperiale per l’Italia e la Lotaringia. Quest’ultima venne sdoppiata da Ottone I: una per gli affari di Germania, l’altra per gli affari d’Italia. Con caratteri propri si vennero poi costituendo le c. dei vari Stati e dei grandi comuni autonomi. Nei sec. 18° e 19° ebbe grande importanza la c. aulica austriaca. La c. pontificia, che aveva l’incarico di spedire le bolle papali, è stata soppressa nel 1973 e le sue funzioni sono state trasferite a un ufficio apposito della Segreteria di Stato.
Per redigere i documenti emanati dalle c. sovrane e, nel Medioevo, anche da quelle vescovili e signorili, era usata la scrittura cancelleresca, caratterizzata da particolari tendenze ornamentali, da forme artificiose e complicate. Significative furono la scrittura cancelleresca adoperata nella c. imperiale romana (litterae caelestes), quella della c. dei re Merovingi, detta merovingica, e due scritture cancelleresche usate nella c. pontificia: la curiale, dalle forme rotonde e aste prolungate, impiegata sino alla fine del 9° sec., e la bollatica (o littera sancti Petri), tipica delle bolle pontificie a partire dai primi decenni del 16° sec., diritta o lievemente inclinata a sinistra. Si chiama cancelleresca (o cancelleresca italica o umanistica corsiva) anche la scrittura documentaria corsiva, nata in Italia nel 15° sec. accanto alla minuscola umanistica libraria, diffusasi ovunque nelle c. italiane e poi europee, fra 15° e 16° sec. e passata nella stampa per opera di A. Manuzio (carattere corsivo aldino).