CHILE (X, p. 55; App. I, p. 409)
Esplorazioni (X, p. 55). Nel dicembre 1939-gennaio 1940 da una spedizione svizzera, con a capo Arnold Heim, è stata esplorata per la prima volta la zona posta ad occidente del Lago di Buenos Aires nella Patagonia chilena.
Dati demografici (X, p. 58; App. I, p. 409). - Il censimento del 1940 fa ammontare la popolazione a 5.023.539 ab., cioè 6,8 per kmq. Da un'ulteriore stima del 1946 la popolazione risultò di 5.479.000. (dens. 7,3). Nella tabella a p. 574 è data la popolazione assoluta e relativa delle provincie, dei territorî e delle rispettive capitali, secondo il censimento 1940.
Condizioni economiche (X, p. 61; App. I, p. 409). - Il Chile è stato, durante la seconda Guerra mondiale, il principale fornitore di nitrati e di rame delle N. U. L'esportazione di tali prodotti si è notevolmente contratta dopo la fine del conflitto, provocando una grave crisi economica nel paese, per riparare alla quale il governo ha deciso di incoraggiare al massimo l'agricoltura, in modo che essa sia in grado - oltre che di coprire il fabbisogno nazionale - di contribuire alle esportazioni. Il piano di sviluppo e di modernizzazione dell'agricoltura avrà la durata di 18 anni e sarà collegato a una copiosa immigrazione nel paese di agricoltori europei.
Il frumento ha dato, nel 1945-46, una produzione di 8.807.000 q. La coltura della vite ha continuato nel suo sviluppo (102.000 ha. nel 1943-44, che diedero 3,13 milioni di hl. di vino).
L'industria di estrazione del nitrato di sodio in gravi difficoltà dopo il 1935 (1,3 milioni di t. annue) è risalita sino a 1.631.223 nel 1947. La produzione dell'oro, che aveva raggiunto i 10.663 kg. nel 1940, è discesa a 5.400 kg. nel 1943; quella dell'argento da 17.139 kg. nel 1940 è salita a 30.997 kg. nel 1944.
Commercio (X, p. 64; App. I, p. 409). - Esso, che assommava a 295 milioni di pesos di importazioni e a 464 milioni di pesos di esportazioni nel 1935 e già rappresentava una ripresa rispetto al valore minimo del 1933 (rispettivamente 182 e 331), si è ristabilito negli ultimi anni, come risulta dalla tabella seguente (in milioni di pesos oro).
Finanze (X, p. 67; App. I, p. 410). - Si riportano qui di seguito le cifre dei bilanci dal 1939 al 1948, in milioni di pesos:
Al 31 dicembre 1947 il debito pubblico interno ammontava a 7,7 miliardi e quello estero a 7,8 miliardi. Nel marzo 1948 ha avuto luogo una generale sistemazione dell'intero debito estero, con conversione dei vecchi titoli in obbligazioni ammortizzabili in un periodo massimo di 46 anni a un tasso crescente fino al 3% nel 1954.
La bilancia dei pagamenti, favorevole durante gli ultimi anni della guerra, è divenuta nuovamente passiva nel 1946, a seguito soprattutto di forti importazioni di macchinarî e attrezzature dagli Stati Uniti, rendendo necessaria l'adozione di provvedimenti intesi a limitare le importazioni.
La nuova parità aurea del pesos, accettata dal Fondo monetario internazionale (al quale il Chile partecipa con una quota di 50 milioni di dollari) è di 0,0286668 grammi di fino, corrispondente a un cambio di 31 pesos per dollaro. Accanto a questo cambio "ufficiale" si hanno: un cambio "governativo" speciale di 19,47 pesos (parità col dollaro stabilita nel 1937), che si applica alla valuta proveniente dall'esportazione di nitrati, iodio, minerali di rame e di ferro (circa il 75% delle esportazioni) e alle operazioni di finanziamento delle spese statali all'estero; un cambio "preferenziale" di 25,10 pesos per le importazioni di alcuni prodotti essenziali; un cambio "libero" di 43, 10 pesos per tutte le altre operazioni.
Con legge del 15 febbraio 1941 il Banco Central de Chile fu esonerato dall'obbligo, contenuto nella sua legge organica, di mantenere una riserva minima a fronte dei biglietti in circolazione. Con altra legge del luglio 1942 fu autorizzato ad acquistare oro di produzione nazionale a un prezzo superiore del 15% a quello ufficiale degli Stati Uniti e ad accantonare riserve in valuta estera. Al 30 giugno 1948 le riserve del Banco ammontavano a 1540 milioni, costituite per la quasi totalità da oro. A fine maggio 1948 la circolazione era di 3953 milioni di pesos (dicembre 1939 = 862 milioni) e i depositi presso le banche commerciali e casse di risparmio ascendevano a 12,4 miliardi, di cui 9,9 a vista.
Storia (p. 67 e App. I, p. 140).
Le elezioni del marzo 1937 avevano mandato al parlamento anche 7 comunisti e 3 nazionalsocialisti: questi ultimi, sotto la guida di J. González von Maree intensificarono la loro azione, che culminò nel tentato colpo di stato del 5 settembre 1938. Ambedue i partiti si unirono al Frente popular il cui candidato, P. Aguirre Cerda, eletto presidente il 23 ottobre, si affrettò ad anmistiare il González.
Il grande piano di lavori pubblici del Frente popular non poté però essere messo in esecuzione, se non più tardi e in minima parte, a causa dello spaventoso terremoto che il 24-25 gennaio 1939 distrusse interamente Chillán, e devastò altre città, tra cui Concepción, Linares, Talcahuano e Cauquenes, facendo circa 40.000 vittime. La tensione politica continuò, tra l'altro, per il tentativo rivoluzionario (agosto) del gen. Herrera, appoggiato dall'Ibáñez. Intanto, si ammisero piccoli gruppi di immigrati europei: la concessione di passaporti e visti irregolari provocò uno scandalo nel febbraio 1940.
Allo scoppio della guerra in Europa, il Chile si dichiarò neutrale e questo atteggiamento mantenne, non associandosi alla protesta degli stati americani contro l'attacco dell'URSS alla Finlandia, e nelle conferenze di Panamá e dell'Avana.
Ma, se cedette a varie imposizioni tedesche, il Chile continuò a riconoscere le rappresentanze diplomatiche della Polonia, della Danimarca e della Norvegia e fece chiudere il consolato germanico a Valparaíso. Resistette alla pretesa del governo spagnolo che gli fossero consegnati alcuni repubblicani rifugiatisi nell'ambasciata chilena a Madrid (asilo di cui avevano goduto anche partigiani del gen. Franco e riconosciuto dal diritto internazionale interamericano), onde il governo spagnolo, nel luglio, ruppe le relazioni diplomatiche, di cui annunciò la ripresa il 12 ottobre, día de la raza (o "di Colombo"). Intanto, nel maggio 1940, si decise di sottoporre all'arbitrato degli Stati Uniti la controversia con l'Argentina relativa alle isole del canale Beagle, Picton, Nueva e Lennox, e si riaffermarono i diritti cileni sull'Antartide (v. sotto). Alla scarsezza di valuta estera, rimediò un prestito dell'Export-Import Bank degli Stati Uniti; ma si dovette sospendere (dicembre) il servizio dei prestiti esteri, per le condizioni del bilancio, aggravate da scioperi e disordini operai, provocati dai comunisti - in aperto dissidio con i socialisti capeggiati da M. Grove e da O. Schnake - e dalle attività nazionalsocialiste.
Le elezioni suppletive del 18 novembre 1940 segnarono una vittoria del Frente popular che ne riportò un'altra - ma non tale da dargli la maggioranza assoluta - in quelle del 2 marzo 1941, che mandarono alla Camera e al Senato, rispettivamente, anche 17 e 4 comunisti. Contro questi, s'era approvata nel 1940 una legge, cui però l'Aguirre pose il suo veto. Con l'attacco della Germania all'URSS, tuttavia, si ristabilì l'accordo tra i comunisti e i socialisti, favorevoli agli Alleati, mentre i nazionalsocialisti ricorrevano alla violenza, uccidendo un deputato (maggio 1941): ma il governo non riuscì a far rinchiudere il González in un manicomio; si scoprirono depositi di armi e una vasta organizzazione di tipo militare. Pertanto, i continui dissensi nella coalizione governativa, che provocavano ripetute crisi ministeriali, e le ripercussioni della guerra sulla politica interna indussero il governo a vietare ogni manifestazione in favore dell'uno o dell'altro gruppo di belligeranti. Il Chile tuttavia sequestrò, già nel febbraio, 3 navi danesi, quindi altre 2; 5 piroscafi tedeschi riuscirono a fuggire. E si stringevano accordi commerciali con il Messico, il Brasile e la Colombia nonché patti di non aggressione con la Bolivia e il Perù, accordandosi con questo anche per la difesa delle coste.
Dopo l'attacco giapponese a Pearl Harbour, il Chile propose la convocazione di una conferenza e a Rio de Janeiro si associò all'Argentina, ottenendo che ogni stato fosse lasciato libero di decidere il momento della rottura di relazioni con l'Asse. Il nuovo presidente, J. A. Rios, eletto il 1° febbraio 1942 (essendo l'Aguirre morto il 25 novembre 1941) da principio si avvicinò anche più all'Argentina. L'opinione pubblica, divisa, fu scossa dal discorso di S. Welles (8 ottobre) con cui il governo degli Stati Uniti rivelava l'esistenza di una vasta rete di spionaggio. Il risentimento del Chile si manifestò col sospendere la progettata visita del Rios a Washington; ma poco dopo il Comitato per la difesa politica del continente, a Montevideo, rese pubbliche le informazioni, in suo possesso dal giugno. Onde le dimissioni del gabinetto e, sostituito il ministro degli Esteri E. Barros Jarpa con J. Fernández, la missione a Washington del ministro degl'Interni R. Morales Beltrami e la rottura dei rapporti diplomatici con la Germania, l'Italia e il Giappone (20 gennaio 1943). Nel marzo, si concludeva l'accordo di "affitto e prestito" con gli Stati Uniti e, nel giugno, il contratto per la vendita di rame alla U. S. Metal Reserve Corporation. E si procedette all'arresto di un nuovo gruppo di spie germaniche. Ma la situazione interna era difficile: per la deficienza di carbone soffrivano le industrie e i trasporti; la vita rincarava, gli operai si agitavano. Sopra tutto la coalizione dei partiti non si manteneva unita: i radicali volevano un ministero tutto dei partiti di sinistra, a cui le elezioni amministrative diedero la prevalenza, ma il Rios non volle sottostare alle imposizioni dei radicali e nel 1944 si mise in urto col suo partito. Nel dicembre venne deciso di stabilire relazioni diplomatiche con l'Unione Sovietica. Però i partiti di destra si stavano rafforzando: nell'agosto A. Alessandri venne eletto senatore e, dopo le elezioni del marzo 1945, il Rios tentò di formare un gabinetto di "centro"; non riuscendo, ricorse alle sinistre, ma escluse i comunisti, mentre l'Alessandri era eletto presidente del senato.
Il Chile aveva conservato buone relazioni con l'Argentina e riconosciuto subito il governo di E. Farrell; tuttavia, continuò la politica di "solidarietà continentale" e, dopo aver aderito alla Dichiarazione delle Nazioni Unite dichiarò formalmente guerra al Giappone. Non mancò una certa reazione, con gravi atti di sabotaggio, specie contro i piroscafi; una messa in suffragio di B. Mussolini provocò gravi disordini a Santiago, il 12 maggio. Nell'ottobre, il presidente Rios si recò a Washington. Il 17 gennaio 1946, per ragioni di salute, lasciò l'esercizio della presidenza ad A. Duhalde.
Cresceva il malcontento operaio; dopo un grave conflitto a Santiago (11 morti) e il conseguente sciopero generale (28-30 gennaio), i comunisti vincevano nelle elezioni sindacali e, in risposta a sollecitazioni degli S. U. perché fosse accresciuta la produzione dei nitrati, minacciavano di impedire le esportazioni in caso di dissenso tra gli S. U. e l'URRS. Intanto, morto il Rios il 27 giugno, le destre si dividevano tra il liberale F. Alessandri Rodríguez (figlio di Arturo) e il conservatore E. Cruz Coke; e le sinistre tra A. Duhalde, espulso dal partito radicale e appoggiato dai socialisti, e il radicale G. González Videla, per cui votarono i comunisti. Questi ottenne più voti del Cruz, ma non la maggioranza assoluta; venne però eletto dal senato. E formò un primo ministero con radicali, liberali e comunisti. Egli concluse un accordo commerciale con l'Argentina e rivendicò i diritti del Chile (come successore della corona spagnola che dal 1555 affermava la sua sovranità nelle terre a S. dello stretto di Magellano) sull'Antartide tra il 53° e il 90° W, con la dichiarazione del 14 dicembre 1946. Seguì la spedizione che nel 1947 stabilì una base (chiamandola Puerto Soberanía) nell'isola Greenwich, che il González visitò nel febbraio 1948, ribattezzando altresì la Terra di Graham come "Terra di O' Higgins" resistendo alle proteste britanniche del dicembre 1947 e del febbraio 1948; e preparandosi a presentare nelle conferenze interamericane l'invio dell'incrociatore inglese Nigeria come un'aggressione, o almeno una minaccia. Nel luglio e nell'agosto il González visitò il Brasile e l'Argentina, concludendo o perfezionando accordi. Ma rimaneva difficile la situazione interna, provocando crisi ministeriali, per le condizioni economiche e l'atteggiamento dei partiti. Lo sciopero nelle miniere di carbone di Lota e Coronel, nel Sud, e delle ferrovie, obbligò a prendere misure severe già nell'agosto, poi a introdurre un razionamento, finché il governo, ottenuti poteri straordinarî per 6 mesi, fece occupare militarmente le miniere, l'8 ottobre. Contemporaneamente, annunciò la scoperta di un vasto "piano" di spionaggio e sabotaggio comunista, con connessioni in Argentina e facente capo, nel Chile, alla legazione di Iugoslavia: onde l'espulsione di due addetti, D. Jakasa e A. Cunja. Il governo di Belgrado replicò e per protesta ruppe le relazioni diplomatiche: il Chile rispose, l'11 ottobre, pubblicando documenti trovati nella abitazione del Jakasa. Seguì la rottura delle relazioni, il 21, con la Cecoslovacchia e l'URSS, cui risposero, in un comunicato dell'agenzia Tass, accuse di "fascismo". Intanto, il 20, i minatori riprendevano il lavoro e il 22 si arrestavano circa 200 comunisti. Altre misure si presero dopo che, nel gennaio 1948, il governo ebbe prorogati i poteri straordinarî. Ma quando nel senato s'impedì al comunista P. Neruda di parlare sulla sospensione della sua immunità parlamentare, il presidente Alessandri si dimise. Nel marzo, i comunisti furono esclusi dagli impieghi statali e parastatali.