Qualifica di organi appartenenti a uno stesso verticillo, più o meno fusi insieme. Sono c. (o coesi) i sepali dei calici gamosepali (Lamiacee) o i carpelli che costituiscono un ovario unico. Se tale fusione è congenita, si parla di concrescenza, se invece è successiva di saldatura.
C. si dicono anche organi strettamente ravvicinati sì da sembrare saldati insieme; tale unione avviene spesso per mezzo di peli che s’intrecciano l’uno contro l’altro o mediante sostanze glutinose; in molte Fabacee sono c. i due petali che formano la carena.
Radiazioni c. Si dicono c. tra loro due o più grandezze ondulatorie (onde sonore, onde elettromagnetiche ecc.) se tra esse esiste una relazione di fase che non varia nel tempo. Così, per es., sono c. tra loro le onde sonore emesse da due diapason identici mantenuti in oscillazione permanente, le radioonde emesse da un’antenna radiotrasmittente con le stesse riflesse da un ostacolo di grosse dimensioni, mentre non sono c. tra loro onde luminose elementari costituenti la luce emessa da una sorgente ordinaria, in quanto le loro fasi iniziali hanno tutti i possibili valori; e a maggior ragione è impossibile parlare di coerenza tra le onde luminose, sia pure monocromatiche, emesse da due sorgenti: la luce, il calore raggiante, i raggi ultravioletti, i raggi X ecc. sono radiazioni intrinsecamente non coerenti. Va osservato, peraltro, che esiste la possibilità di realizzare, con opportuni artifici, luce c., costituita cioè da onde elementari c. tra loro (➔ laser). È condizione indispensabile al verificarsi di fenomeni di interferenza tra grandezze ondulatorie che queste siano coerenti.
In logica matematica, una teoria formalizzata viene detta c. o non contraddittoria, se in essa non sono dimostrabili contemporaneamente un enunciato e la sua negazione. Qualora, viceversa, accadesse questo, allora, per un noto risultato, si potrebbe dimostrare in essa qualsiasi enunciato.