Movimento periodico di un corpo che si muove tra due posizioni estreme. Anche, variazione periodica di una qualsiasi grandezza fra due valori estremi.
L’o. è il moto alternativo, generalmente ad andamento periodico, di un corpo, assimilato in prima approssimazione a un punto materiale, intorno a una posizione d’equilibrio, e anche, se il moto è periodico, il cammino percorso dal corpo nell’intervallo di tempo di un semiperiodo (o. semplice) o di un periodo (o. completa); la metà di un’o. semplice ha il nome di ampiezza dell’o. e misura la massima elongazione del punto dalla posizione di equilibrio. A seconda che la traiettoria del punto sia un segmento oppure un arco di curva, si parla di o. rettilinee oppure di o. curvilinee: per es., un punto vincolato a muoversi su una retta e soggetto a una forza elastica di richiamo compie o. rettilinee (➔ oscillatore), mentre un pendolo semplice compie o. curvilinee (la traiettoria, per la precisione, è un arco di circonferenza). Se poi il corpo (supposto rigido) non è assimilabile a un punto materiale, vi è luogo a considerare: o. traslazionali, corrispondenti a un moto traslatorio alternativo del corpo, nelle quali le particelle di quest’ultimo compiono o. lineari, tutte della stessa ampiezza e con la stessa frequenza; o. rotazionali, corrispondenti a un moto rotatorio alternativo del corpo, nelle quali le particelle compiono o. curvilinee, lungo archi di circonferenza, con frequenza pari alla frequenza del moto del corpo e con ampiezza tanto maggiore quanto maggiore è la distanza della singola particella dall’asse intorno al quale il corpo ruota; o. rototraslazionali, derivanti dalla combinazione dei due precedenti tipi. Genericamente, si parla poi di o. lineari e di o. angolari a seconda che si consideri la variazione di un parametro lineare (come, per es., nelle o. rettilinee e in quelle traslazionali) ovvero di un parametro angolare (come nelle o. di un pendolo e in quelle rotazionali). Il termine o. e l’altro, vibrazione, sono spesso usati come sinonimi, ma quest’ultimo più propriamente si riserva ai casi in cui concorrono le due circostanze della piccola ampiezza e della grande frequenza dell’oscillazione. Così, si parla di vibrazioni di una sorgente sonora, delle vibrazioni di una corda tesa e, invece, delle o. di un pendolo ecc.
Dal primitivo significato meccanico il termine o. è poi passato a indicare anche il variare di una qualsiasi grandezza che sia funzione periodica di una certa variabile indipendente (in genere il tempo); una tale grandezza si chiama perciò oscillante. Con riferimento a questo significato generalizzato, le o. possono essere distinte secondo vari criteri. Così, in base alla natura della grandezza oscillante si parla di o. meccaniche (in particolare, o. di posizione, di forma, di pressione ecc.), elettriche (in particolare, o. di corrente, di tensione), magnetiche, elettromagnetiche, di intensità (per es., di un suono o di una luce), di colore (di una luce) ecc.; in base alla frequenza, si parla di o. a bassa, alta frequenza (in particolare, di o. acustiche se si tratta di o. meccaniche la cui frequenza cade nel campo delle frequenze udibili); in base all’ampiezza, si parla di o. persistenti oppure smorzate, a seconda che l’ampiezza sia o no costante nel tempo; in base alla funzione rappresentativa, si parla di o. sinusoidali, o armoniche, e di o. non sinusoidali, o complesse, a seconda che la funzione in questione sia o no di tipo sinusoidale (in particolare, tra le o. non sinusoidali si distinguono, con riferimento alla forma del diagramma della funzione rappresentativa, o. quadrate, rettangolari, triangolari, a denti di sega, impulsive ecc.); in base al meccanismo fisico in virtù del quale si destano le o., si qualificano queste ultime come o. libere (o naturali) se il sistema oscillante assume il regime oscillatorio in virtù di un’eccitazione impulsiva esterna e lo mantiene poi in virtù della sua propria conformazione, e, invece, come o. forzate se il regime oscillatorio è mantenuto da una sollecitazione periodica esterna e cessa al cessare di questa (tra le o. libere rientrano le o. di rilassamento e tra quelle forzate rientrano le o. di risonanza, per le quali ➔ rilassamento; risonanza).
Si dà il nome di o. parassite alle o. spontanee che si generano nei circuiti elettronici, dovute alle capacità interelettrodiche e dei collegamenti e alle induttanze di questi, e che danno origine a rumore, deformazioni delle forme d’onda e dissipazioni d’energia. Può accadere poi che un’o., sia meccanica sia di altra natura, determinatasi per un motivo qualsiasi in un certo punto d’un mezzo, si trasmetta poi via via ai punti circostanti, come avviene quando, per es., un sasso viene gettato in uno stagno: si ha allora la formazione di onde, mediante le quali l’o. e l’energia a essa associata si propagano nel mezzo (➔ onda).
O. climatiche In geografia fisica, le fasi alterne, in periodi di tempo più o meno lunghi, di valori alti e bassi dei principali elementi meteorologici, in particolare temperatura e piovosità. Da esse possono derivare vere e proprie variazioni climatiche.
O. glaciali Le fasi alterne di avanzata e ritiro dei ghiacciai (che producono variazioni nell’estensione delle masse glaciali) causate da variazioni climatiche. Nel recente passato geologico (Quaternario) queste o. hanno prodotto periodi glaciali durante i quali si sono avute fasi di avanzata dei ghiacci intervallati da periodi interglaciali durante i quali si è verificato il ritiro degli stessi. Un’importante conseguenza di queste o. sono state inoltre le variazioni del livello marino che si è andato sollevando durante le fasi di arretramento dei ghiacci e abbassando durante le fasi di avanzamento.