In astrofisica, c. gravitazionale per una stella o, genericamente, per un sistema materiale in equilibrio radiativo, è il fenomeno in cui le azioni attrattive gravitazionali interne non sono più equilibrate dalla pressione di radiazione a causa di una minore efficienza dei processi di irraggiamento (per le stelle, reazioni termonucleari) e si ha una rapida contrazione delle dimensioni, sino al passaggio della materia nel cosiddetto stato degenere, nel quale, venendo meno le normali strutture atomiche, si ha un enorme addensamento delle particelle subatomiche e quindi uno straordinario aumento della densità. Il risultato finale potrebbe essere la formazione di un buco nero o di una stella di neutroni (v. fig.).
Sindrome d’insufficienza cardiocircolatoria acuta, caratterizzata da ipotensione per diminuita portata cardiaca. Si manifesta con pallore, indebolimento del polso, perdita o anche obnubilamento della coscienza, raffreddamento delle estremità ecc. Nel c. la circolazione sanguigna è compromessa dallo sfiancamento dei piccoli vasi con vacuità delle arterie e del cuore. Cause di c. possono essere: gravi stati tossici e infettivi, gravi e rapide emorragie ( c. emorragico), riflessi vasodilatatori da stimoli abnormi sugli organi toracici o addominali ( c. riflesso), gravi turbamenti dell’attività del cuore ( c. cardiaco) ecc. Il trattamento del c. punta a ristabilire il tono dei vasi (simpaticomimetici ecc.), oppure a ripristinare la massa circolante (emorragie marcate).
Afflosciamento, svuotamento di un organo o sua parte. Il c. diastolico delle vene del collo è sintomo per lo più di sinfisi pericardica e di vizi cardiaci tricuspidali scompensati. Il c. polmonare si osserva nello pneumotorace spontaneo o artificiale intrapleurico provocato da collassoterapia, terapia introdotta da C. Forlanini nel 1882 per favorire la guarigione delle caverne tubercolari.
Nella scienza delle costruzioni, si dice che una struttura entra in c. statico quando essa non è più in grado di resistere al sistema delle forze esterne. Nella teoria classica dell’elasticità, si afferma convenzionalmente che la struttura raggiunge lo stato di c. statico quando in un qualsiasi punto della struttura stessa la tensione interna raggiunge il carico unitario al limite apparente di elasticità. Per contro, nella teoria moderna degli stati limite, si afferma che la struttura raggiunge lo stato di c. statico quando nella struttura stessa cominciano ad avvenire grandi deformazioni plastiche ed è quindi già superata la fase elastica di deformazione