Strumento cordofono appartenente alla famiglia degli archi (violini, viole e violoncelli). Alto circa 1,80 m, può avere 4 o 5 corde accordate per quarte ed è uno strumento traspositore in quanto l'effetto risulta un'ottava sotto alla nota scritta.
Entrato in uso verso la fine del 17° sec., accanto al violone, suo diretto antenato, rimase confinato a lungo al raddoppio del basso e sostegno dell’armonia, funzione dalla quale si svincolò solo grazie a Mozart, Boccherini e Beethoven. Nel Novecento ha trovato anche largo utilizzo nella musica jazz, suonato senza archetto pizzicando le corde con le dita.
Il termine può essere usato anche con funzione appositiva, unito al nome di uno strumento musicale, per indicare la tipologia che all’interno di una famiglia strumentale produce i suoni più profondi ( trombone c., flicorno c. ecc.). C. (o basso) elettrico C. a forma di chitarra, di largo impiego nella musica leggera, nel quale le vibrazioni delle corde sono convertite in impulsi elettrici che, attraverso un amplificatore, vengono trasmessi a uno o più altoparlanti.