• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

dativo

Enciclopedia on line
  • Condividi

Caso della declinazione latina, ma anche greca e di altre lingue, che occupa il terzo posto nella tradizione grammaticale classica, e perciò detto anche terzo caso. Indica la destinazione, il punto d’arrivo di un’azione, ed è perciò in primo luogo il caso del complemento di termine (es., lat. dare patri «dare al padre»); per analogia, si parla talora di d. anche per lingue prive di veri e propri casi, come l’italiano, con riferimento a nomi o pronomi adoperati in funzione di complemento di termine (per es.: «le forme dative mi, ti, ci, vi dei pronomi personali»).

Sono proprie del latino, ma estese spesso all’italiano, anche le denominazioni di altri usi del d., come il d. di comodo e d’incomodo, o d. di vantaggio e di svantaggio, che indica il vantaggio o il danno che deriva alla persona espressa nel d. (per es.: «non è per me che lo faccio ma per voi»), e il d. etico o d’interesse, che rileva l’interesse della persona per quanto avviene o si fa (per es.: «all’ultimo momento, eccoti arrivare lui»). Altri usi del d. latino sono il d. d’agente, che indica la persona cui viene attribuito il compimento di un’azione (hoc mihi est faciendum), e il d. d’appartenenza con il verbo essere (mihi est «io ho»).

Vedi anche
complemento di termine In grammatica, complemento di termine, complemento di, il complemento che risponde alle domande a chi, a che cosa, e indica la persona o la cosa a cui è diretta l’azione espressa dal verbo (in it. il complemento è di norma introdotto dalla preposizione a; in lat. gli corrisponde il caso dativo). Italici (lat. Italici) Antica denominazione comprensiva delle popolazioni dell’Italia centro-meridionale, eccettuati gli abitanti delle Puglie (Iapigi), gli Etruschi e i coloni greci (Italioti) trapiantatisi nelle colonie dell’Italia meridionale (Magna Grecia). Negli studi di antichistica, il termine Italici ... Beozia (gr. Βοιωτία) Regione storica della Grecia centrale, amministrativamente costituita in nomo (3211 km2 con 131.000 ab. circa; capoluogo Levadia). Formata da pianure alluvionali e bacini carsici, il cui elemento unificatore è l’asse idrografico del fiume Cefiso, è chiusa a N dai monti della Locride Opunzia, ... Slavi Gruppo di popolazioni europee stanziate nell’Europa centrale e orientale. Secondo una delle numerose etimologie proposte, il termine Slavi, che ricorre anche negli etnonimi Slováky «Slovacchi» e Slovenci «Sloveni», sarebbe connesso con slovo «parola»: gli Slavi sarebbero dunque ‘i parlanti’, coloro che ...
Categorie
  • GRAMMATICA in Lingua
Tag
  • COMPLEMENTO DI TERMINE
  • DECLINAZIONE
  • ALTRI USI
  • LATINO
Altri risultati per dativo
  • dativo
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    dativo [Der. del lat. dativus, dal part. pass. datus di dare, "che viene dato"] [CHF] Legame d.: lo stesso che legame di coordinazione: → coordinazione.
  • DATIVO
    Enciclopedia Italiana (1931)
    Caso della declinazione che rappresenta la partecipazione e l'interesse; etimologicamente: persona o cosa a cui si dà (v. caso).
Vocabolario
dativo
dativo agg. e s. m. [dal lat. dativus (der. di dare, part. pass. datus), usato nelle due locuz. dativus (casus), traduz. del gr. δοτικὴ πτῶσις, e tutor dativus (in cui significa propr. «che viene dato, che viene assegnato», accezione che...
bis dat qui cito dat
bis dat qui cito dat (lat. «dà due volte chi dà presto»). – Noto aforisma latino che deriva forse da un verso di Publilio Siro, mimografo latino del 1° sec. a.C.
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali