In idrografia, lo scorrere e il defluire delle acque fluviali nel loro letto visibile ( d. alveare); si parla di d. subalveale per indicare il filtrare e scorrere di queste acque nei meati che intersecano le rocce al disotto del letto, come avviene nella steppa e dovunque il letto del fiume sia parzialmente o totalmente scavato in rocce calcaree fessurate. In casi estremi il letto esterno può talvolta rimanere asciutto (fiumara) e il d. rendersi totalmente subalveale.
In senso quantitativo, s’intende per d. il volume d’acqua che in un tempo determinato (anno, mese, giorno: in questo caso d. giornaliero) passa attraverso una data sezione idrometrica d’un corso d’acqua. Il d. è uno dei valori-indice del regime fluviale e si esprime generalmente in m3 per unità di tempo. Se si divide il d. per l’area del bacino a monte della sezione considerata, si ottiene il cosiddetto d. unitario che si esprime in m3 oppure in litri per unità di tempo e di superficie.
Il coefficiente di d. esprime il rapporto tra il d. fluviale in una data sezione e l’afflusso meteorico riferito al bacino sotteso alla stessa sezione nel medesimo tempo. Riferito a periodi brevi il coefficiente di d. può anche assumere valori superiori all’unità, se parte del d. proviene, per es., dallo scioglimento di nevi cadute in un periodo precedente. Di norma però è inferiore all’unità e tanto minore quanto più la regione attraversata dal corso d’acqua è permeabile, o la sezione considerata si avvicina alla foce.
In idraulica fluviale, scala di d. è la relazione che intercorre tra le portate e le altezze idrometriche corrispondenti, in una sezione prestabilita.