D. di Cartesio Dispositivo per elementari esperienze sul principio di Pascal, costituito da una figuretta cava, a forma di diavolo, forata inferiormente e galleggiante in un cilindro di vetro pieno d’acqua, coperto da una membrana elastica (v. fig.). Premendo la membrana, la pressione si trasferisce dall’aria all’acqua che, per il principio di Pascal, penetra nel d. (comprimendo l’aria in esso contenuta) rendendolo più pesante e facendolo andare a fondo; se si diminuisce la pressione sulla membrana, l’aria compressa nel d. scaccia l’acqua che vi era penetrata, cosicché il d. diventa più leggero e risale.
D. (o diavolo, o demone ordinatore) di Maxwell Esperimento teorico proposto da J.C. Maxwell, per evidenziare la difficoltà di conciliare meccanica e II principio della termodinamica. Nell’esperimento, un gas in equilibrio si trova all’interno di un recipiente, diviso in due comparti A e B da una parete con uno sportello che, aperto, consente il passaggio di molecole da un comparto all’altro. Un ipotetico essere (d. di Maxwell) capace di osservare le singole molecole, seleziona le molecole più veloci in A e le fa passare, aprendo opportunamente lo sportello, in B. Analogamente, seleziona le più lente in B e le fa passare in A (v. fig.). Se individuazione delle molecole e apertura e chiusura dello sportello non richiedono lavoro è allora possibile produrre una differenza di temperatura fra due parti di un sistema inizialmente in equilibrio termodinamico senza spesa di lavoro meccanico, violando il 2° principio della termodinamica. Dal punto di vista di Maxwell il d. dimostrava che per un essere capace di operare a livello microscopico il II principio non ha significato; esso varrebbe solo alla nostra scala di osservazione. Si ritiene oggi che il d. non sia realizzabile in quanto per operare, acquisendo informazione, esso dovrebbe comunque compiere lavoro o dissipare energia.