Presenza, in una specie animale o vegetale, di due categorie di individui, che rivestono forme diverse. Se ne esistono più di due si parla di polimorfismo. Il d. più comune, specie tra gli animali, è il d. sessuale (v. fig.), che si ha quando i due sessi differiscono l’uno dall’altro per caratteri secondari, oltre che per la presenza delle gonadi diverse. Il d. stagionale è ben conosciuto in molti Mammiferi e Uccelli (per es., ermellino e pernice bianca), in molte farfalle ecc., e si manifesta soprattutto con la differenza della colorazione o di forma (Cladoceri, Protozoi ecc.). Il d. di generazione si ha invece nei casi di metagenesi o di eterogonia, quando vi è un’alternanza fra generazioni agamiche e sessuate (per es., fra i polipi idroidi e le meduse), o fra generazioni partenogenetiche e anfigoniche (per es., afidi, fillossera ecc.).
In botanica sono casi di d. la presenza su una stessa pianta di due tipi di fiori, cioè casmogami e cleistogami (per es., violetta); la tendenza che si osserva in certe piante a produrre fiori unisessuali anziché ermafroditi, per aborto parziale del gineceo o dell’androceo; la presenza, in una specie, di individui a fiori brevistili e di individui a fiori longistili, come nel fico.